Morti sospette in corsia, il marito di Laura: «Mi fido ciecamente di lei»

Morti sospette in corsia, il marito di Laura: «Mi fido ciecamente di lei»
Domenica 4 Dicembre 2016, 19:55 - Ultimo agg. 6 Dicembre, 08:49
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«Io mi fido ciecamente di mia moglie». Così parlava, due anni prima di morire, Massimo Guerra, il marito di Laura Taroni, l'infermiera arrestata con l'accusa di averlo ucciso in concorso con l'amante e poi compagno medico Leonardo Cazzaniga. I due lo avrebbero lentamente avvelenamento con dei farmaci, fino a portarlo alla morte nel giugno del 2013. Quelle parole di affetto per la moglie le disse ad un medico dell'ospedale e sono finite agli atti dell'inchiesta. Quindici è il numero complessivo degli iscritti nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta su presunte morti sospette all'ospedale di Saronno (Varese).

Era il 2011 e l'uomo, un agricoltore che gestiva e rivendeva i prodotti della fattoria di famiglia stava per essere dimesso dall'ospedale di Saronno a seguito di un primo episodio di intossicazione da medicinali. Il medico che lo aveva preso in cura racconta che dopo aver appurato che l'uomo non avesse tentato di togliersi la vita, al momento delle dimissioni gli disse: «Guardi che quello che le è successo è davvero strano».

«Ricordo di aver chiamato il paziente da solo - racconta il medico - gli dissi che doveva stare attento a non assumere sostanze da altri famigliari». «Mentre stavamo parlando è arrivata la moglie che è entrata nel mio studio - continua il sanitario - alla sua presenza ho ripetuto le raccomandazioni appena fatte e ricordo che la risposta del paziente fu questa: mi fido ciecamente di mia moglie». Il medico segnalò l'episodio, al direttore del presidio ospedaliero, che avrebbe trasmesso una segnalazione via fax alla stazione dei carabinieri di Saronno.

Il sottufficiale in servizio in quel periodo non la trasmise alla Procura della Repubblica, e risulta tra i 15 indagati. La morte dell'agricoltore lasciò all'epoca sorpresi molti di quelli che lo conoscevano. «Andavo spesso a comprare da lui i suoi prodotti - racconta un avvocato saronnese - Un uomo cordiale, simpatico, con l'aspetto sano di chi sta all'aria aperta: poi un giorno arrivai e mi dissero "è morto l'altro ierì", restai sbalordito e, sarà deformazione professionale, ma quel decesso mi sembrò davvero improvviso».  

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