Mostro di Firenze, spunta una nuova pista sui «compagni di merende»

Mostro di Firenze, la nuova pista porta all'estrema destra e alla strategia della tensione
Mostro di Firenze, la nuova pista porta all'estrema destra e alla strategia della tensione
Mercoledì 26 Luglio 2017, 13:17 - Ultimo agg. 14:00
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L'inchiesta sul Mostro di Firenze è ancora aperta e ci sarebbero nuovi indagati. La Procura e i carabinieri del Ros battono una nuova pista, che cerca contatti tra un estremista di destra e i personaggi già al centro del processo ai cosidetti 'compagni di merende'. Un ex legionario è indagato: si tratta, come riferisce il 'Corriere Fiorentino', di G. V., 87 anni, residente a Prato ed originario di Vicchio del Mugello (Firenze), che ha conosciuto Pietro Pacciani, il sospettato numero uno per i delitti delle otto coppie di fidanzati commessi nelle campagne intorno a Firenze fra il 1968 e il 1985. Vigilanti fu già perquisito nel settembre del 1985, tre giorni prima della perquisizione in casa di Pacciani.

Ma G. V. non sarebbe il solo indagato in questa nuova inchiesta affidata dalla Procura di Firenze al procuratore capo di Pistoia, Paolo Canessa, l'ex pm fiorentino che da sempre cerca la verità sul mistero del killer delle coppiette massacrate.



Sono state passate al setaccio le relazioni dell'87enne con Pacciani, con un defunto imprenditore di origini tedesche a suo tempo investito dalle indagini e con Salvatore Vinci, ma anche con altri elementi delle destra più estrema. L'ipotesi - scrive l'edizione fiorentina di 'La Repubblica' che dà conto dei nuovi sviluppi - è che ci siano stati contatti con la strategia della tensione e con la volontà di aumentare la pressione sulla Procura di Firenze che all'epoca indagava sugli attentati ai treni.

I brutali delitti del Mostro di Firenze sarebbero stati uno dei fronti della strategia della tensione che ha sconvolto l'Italia dalla fine degli anni Sessanta fino alla metà degli anni Ottanta: sarebbe la tesi, secondo l'edizione fiorentina di 'La Repubblica', che sembra aver acquistato forza durante le più recenti indagini della Procura di Firenze e dei carabinieri del Ros sulle uccisioni delle otto coppie di fidanzati.

Delitti firmati dalla stessa arma, una Beretta calibro 22, dagli stessi proiettili Winchester serie H e, a partire da quello del 1974, dallo strazio dei corpi delle vittime femminili, con asportazioni di lembi di seno e di pube. Delitti che sembrano appartenere a un mondo totalmente estraneo alle trame nere, alle bombe sui treni, alle stragi che hanno segnato quegli stessi anni. In realtà conseguirono lo stesso obiettivo, quello di spargere terrore indiscriminato: perché chiunque poteva essere colpito, i giovani in particolare.

Cinque anni fa l'avvocato Vieri Adriani, che rappresenta i familiari di Nadine Mauriot, la giovane donna francese uccisa a Scopeti l'8 settembre 1985 con il fidanzato Jean Michel Kraveichvili, ha presentato un esposto, seguito da diverse integrazioni, in cui suggeriva di approfondire una pista già sfiorata oltre 30 anni fa e poi abbandonata.

La Procura di Firenze, che non si è mai fermata dopo le condanne definitive di Mario Vanni e Giancarlo Lotti, i 'compagni di merende' di Pietro Pacciani morto prima che la giustizia si pronunciasse definitivamente sulle sue responsabilità, ha continuato a indagare, sempre sotto la guida Paolo Canessa, lo storico pm delle indagini sul Mostro fi Firenze, che oggi è procuratore di Pistoia ma che è stato delegato dal procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo.

La pista di indagine indicata dall'avvocato Adriani conduce all'ex legionario, reduce da molte guerre, originario di Vicchio come Pietro Pacciani. Il 16 settembre 1985, pochi giorni dopo il delitto di Scopeti, i carabinieri lo perquisirono "in quanto il predetto, da accertamenti svolti, poteva identificarsi nel noto mostro di Firenze" (si legge nel verbale dell'epoca). Gli trovarono soltanto molti articoli sulle uccisioni dei fidanzati e sulle prostitute uccise in quegli stessi anni. Poteva essere solo il segno di un interesse morboso e niente più.

Nel novembre del 1994, in seguito a gravi dissidi con un vicino, l'ex legionario fu nuovamente perquisito e in quella circostanza i carabinieri gli trovarono 176 proiettili Winchester serie H non più in produzione dal 1981.

Le più recenti indagini sono riservatissime, ma ora l'ex legionario è sotto inchiesta in relazione ai delitti e che sono state passate al setaccio le sue relazioni non soltanto con Pacciani, di cui era conterraneo e quasi coetaneo, non soltanto con un defunto imprenditore di origini tedesche a suo tempo investito dalle indagini e con Salvatore Vinci, già indagato nell'ambito della pista sarda, che abitava nella sua stessa strada, ma anche con altri elementi della destra più estrema. Nell'inchiesta risulterebbero anche altri indagati.
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