Il dramma del sommergibile San Juan:
«Margini di speranza fino all'ultimo»

Il dramma del sommergibile San Juan: «Margini di speranza fino all'ultimo»
di Ebe Pierini
Mercoledì 22 Novembre 2017, 12:45
4 Minuti di Lettura
Del sommergibile argentino San Juan si sono perse le tracce da mercoledì scorso al largo delle coste della Patagonia. C’è apprensione per la sorte dei 44 membri di equipaggio. Finora le ricerche non hanno dato
esito positivo. Il capitano di fregata Gennaro Vitagliano, originario di San Martino Valle Caudina, l’ufficiale
italiano in seno all’organizzazione internazionale alla quale fanno capo tutte le marine del mondo che hanno
una componente sommergibilistica, analizza la vicenda del San Juan.

Comandante qual è il suo ruolo in seno all'ISMERLO?
Sono il responsabile dell’International Submarine Search and Rescue Liaison Office che ha sede a
Northwood in Inghilterra nell’ambito del Comando Sommergibili della NATO. Incarico da sempre affidato ad
un ufficiale sommergibilista della Marina Militare italiana.

In che modo sta partecipando, in rappresentanza dell'Italia, alle ricerche del sommergibile San Juan?
Partecipo attivamente coordinando con il mio staff internazionale la risposta delle nazioni all’emergenza,
assicurando sempre il necessario expertise nel campo della ricerca e del soccorso ed aggiornando i database
necessari a fornire precise informazioni a livello globale per la gestione degli assetti necessari.
Sostanzialmente gestiamo un hub che raccorda le esigenze, garantendo e coordinando le necessarie azioni
finalizzate alla ricerca ed al soccorso di un sommergibile. Voglio ricordare che l’allerta globale è stata data
attraverso il sito web dell’ISMERLO e, da quel momento, è partita l’azione di ricerca. ISMERLO è inoltre
responsabile del perseguimento, in ambito internazionale, di adeguati standard tecnici e procedurali
sempre afferenti la sicurezza dei sommergibili, stimolando sempre un miglioramento continuo ed una
maggiore adozione degli stessi.

Lei un'idea da esperto sommergibilista se la sarà fatta: cosa può essere accaduto?
Le cause che possono aver causato un eventuale problema possono essere molteplici, preferisco ora
concentrarmi sulla ricerca del sommergibile e del suo equipaggio. Avremo tempo e modo di analizzarle.

Trovare un mezzo che per sua natura deve essere invisibile è complicatissimo?
E’ difficile sicuramente, anche in virtù delle condizioni meteo marine presenti in zona, tuttavia non
impossibile date le forze in campo e la variegata tipologia degli assetti impiegati nella ricerca, ovvero assetti
aerei, navali di superficie e subacquei.

Il fatto che non si riesca a stabilire una comunicazione con il San Juan fa temere il peggio o ci sono dei
margini di speranza?

La mancanza di comunicazioni non deve essere interpretata in senso negativo è possibile che, a causa di
una serie di fattori meramente tecnici, si possa verificare un black-out delle comunicazioni anche
prolungato; ci sono e ci saranno fino all’ultimo margini di speranza ed è proprio per questo che stiamo
lavorando alacremente auspicando una risoluzione positiva .

Si è detto che l'autonomia di cibo e aria a bordo sarebbe di un massimo di 15 giorni. Potrebbero davvero
sopravvivere due settimane o ci sono delle variabili che potrebbero accorciare questi tempi?

L’autonomia varia per ciascuna classe di sommergibile. Per quella tipologia è di circa 15 giorni e,
generalmente, in questi casi, si pongono in essere tutta una serie di azioni che tendono ad aumentare
l’autonomia, ma mai ovviamente a ridurla.

In casi come questi con quali mezzi si interviene? Navi oceanografiche, sonar, aerei? Occorre mappare il
fondo dell'Oceano?

In questi casi si interviene con assetti aeronavali che effettuano la ricerca e poi successivamente con altre
unità dedicate al soccorso, ovvero dotate di tutte quelle attrezzature idonee a soccorrere il sommergibile e
trarre in salvo l’equipaggio. Uno dei compiti di ISMERLO è anche quello di mantenere aggiornato un data
base globale di navi chiamate “Mother Ship”, ovvero idonee ad essere impiegate come “base di lancio” per i
soccorsi. Lo scorso mese di settembre si è svolta nelle acque della Turchia la più grande esercitazione NATO
dedicata a questa tematica, la Dynamic Monarch 2017 nella quale appunto sono stati impiegati tutti i
sistemi e le apparecchiature dedicate alla ricerca ed al soccorso di un sommergibile e, ciò, a sottolineare
quanto la tematica sia ampiamente sentita e trattata.

Il problema segnalato alla batterie del San Juan cosa può comportare?
Il problema delle batterie non è stato mai ufficializzato o analizzato a fondo, pertanto preferisco non
esprimere un parere su fonti che per ora sono prive di fondamento.

Qualora il San Juan venisse individuato come avverrebbe il salvataggio dei 44 membri dell'equipaggio?
I sistemi di salvataggio sono molteplici. Si devono valutare prima ovviamente le condizioni del sommergibile
la sua posizione e poi si decide il mezzo idoneo, che può essere la campana di salvataggio, un
minisommergibile, o anche l’impiego di un sistema modulare filoguidato, tutti in grado di appontare sul
sommergibile per trasferire l’equipaggio in superficie.

Le è mai capitato, durante la sua carriera da sommergibilista, di vivere situazioni analoghe o di gestire emergenze simili?
Personalmente non ho mai vissuto una situazione analoga. I sommergibilisti italiani sono altamente
addestrati e preparati a far fronte ad ogni genere di emergenza, sono abilitati anche alla fuoriuscita da
sommergibile sinistrato, ovvero all’abbandono del sommergibile posato sul fondale, con delle speciali tute
dedicate. Non ho mai gestito nulla di simile tuttavia da sommergibilista posso comprendere davvero bene
cosa si può provare e per questo io ed il mio team profondiamo ogni sforzo per una soluzione positiva.