Odio anti-Islam, vertice al Viminale
c'è il pericolo contagio dopo Londra

Odio anti-Islam, vertice al Viminale c'è il pericolo contagio dopo Londra
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 21 Giugno 2017, 08:25 - Ultimo agg. 09:18
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Una task-force per fermare sul nascere la possibilità che nel nostro Paese possa crearsi una struttura stabile e operativa capace di compiere attentati contro gli islamici. Un'eventualità giudicata plausibile dai responsabili dell'Antiterrorismo e ieri dalla capitale britannica sono giunti ulteriori dettagli sull'autore dell'attacco alla moschea.
Darren Osborne era un disoccupato con problemi mentali che gli hanno causato negli ultimi anni più volte conflitti con persone musulmane. Un lupo solitario di matrice opposta a quelli che compiono attentati in nome del Califfato. Anche in Italia non viene escluso che possano avvenire episodi simili. Una reazione violenta al jihadismo era stata ampiamente prevista dagli analisti delle più importanti intelligence europee, ma che una persona con problemi mentali potesse utilizzare gli stessi sistemi dei terroristi del Califfato era considerata soltanto un'eventualità remota.

È questo l'aspetto che preoccupa maggiormente i funzionari dell'Antiterrorismo, il timore più grande è che un caso isolato possa trasformarsi, sull'onda dell'emulazione, in fenomeno radicato come è diventato l'Isis.

Il vertice al Viminale. Nella giornata di ieri, dal suo ufficio al secondo piano del Viminale, il ministro Minniti è restato in contatto con i vertici dei principali reparti che indagano sul propagarsi di questi fenomeni. In particolar modo non è passato inosservato che molti gruppi su internet che si richiamano ai «suprematisti bianchi» abbiano esultato per l'attentato di Londra. Gruppi che sono presenti anche su alcune piattaforme italiane e abitualmente frequentate da utenti residenti nel nostro Paese. L'obiettivo sarà monitorare costantemente questo genere di movimenti per evitare che si sviluppino con ancor più forza. E soprattutto che queste persone, dalle violente parole manifestate sul web, possano presto o tardi passare all'azione.

Anti-islamismo in crescita. Di episodi di intolleranza contro i musulmani sono già avvenuti nel corso degli ultimi anni in Europa, in alcuni casi sono stati anche commessi omicidi, ma si è trattato di violenze che rientravano nell'alveo del «semplice» odio religioso o razziale. Attentati veri e propri in nome della superiorità della razza o della religione sono avvenuti, prima di Londra, solo in Usa e in Canada. Le rivendicazioni dell'attentato comparse sul web dopo il raid avvenuto all'esterno della moschea londinese si ritiene che comportino il rischio della nascita di un movimento su base transnazionale che punti a compiere azioni terroristiche contro gli islamici in tutto l'Occidente. Una sorta di cartello internazionale anti-Isis. La base di coltura per questi fenomeni esiste e, soprattutto negli Usa, è ben visibile anche sul web dove avviene una propaganda assai simile a quella attuata dal sedicente Stato Islamico per reclutare i potenziali terroristi. Secondo un rapporto dello scorso anno stilato dall'università George Washington, il numero dei nazionalisti-suprematisti bianchi e dei gruppi che si identificano come «nazi» è aumentato sui social network del 600%. Al confronto la diffusione del «brand Isis» risulta invece essere in calo. Non esistono studi equivalenti per l'Italia, ma secondo gli esperti della polizia postale i casi di islam-fobia su internet sembrano crescere anche nel nostro Paese.

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