Passò col rosso col suv e uccise un uomo: scarcerato dopo la condanna, andrà ai domiciliari

Passò col rosso col suv e uccise un uomo: scarcerato dopo la condanna, andrà ai domiciliari
Passò col rosso col suv e uccise un uomo: scarcerato dopo la condanna, andrà ai domiciliari
Mercoledì 18 Ottobre 2017, 15:40 - Ultimo agg. 19 Ottobre, 00:36
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Può uscire dal carcere Franko Della Torre, il 33enne che il 30 aprile scorso viaggiando a oltre 115 km/h passò con il rosso ad un incrocio a Milano, travolse con il suo Suv l'auto di Livio Chiericati e fuggì lasciando agonizzante il 57enne, morto poi in ospedale. Lo ha stabilito il gup milanese Natalia Imarisio che, dopo aver condannato ieri l'imputato a 7 anni e mezzo di reclusione, oggi ha accolto l'istanza della difesa di concessione dei domiciliari, stabilendo, tuttavia, che l'uomo dovrà restare comunque a San Vittore finché non sarà disponibile per lui un braccialetto elettronico.

Il pm Francesco Cajani, titolare dell'inchiesta condotta dalla Polizia locale, aveva dato parere negativo alla richiesta di arresti domiciliari presentata dai legali di Della Torre proprio ieri, quando l'uomo è stato condannato con rito abbreviato, ossia con lo sconto di un terzo sulla pena, per omicidio stradale aggravato dalla fuga e per non aver prestato soccorso. Una perizia cinematica in fase di indagini aveva accertato che Della Torre, verso le 7 di quella domenica, stava guidando a 130-150 km/h prima di bruciare il rosso, già scattato da 9 secondi, all'incrocio tra viale Monza e via dei Popoli Uniti e investire a 115-125 km/h l'auto della vittima, che quel giorno festivo stava andando a lavorare.

L'uomo, con precedenti penali per reati contro il patrimonio (nella sua casa vennero anche trovati dei fac-simile di banconote), dopo lo schianto e un primo accenno di fuga era tornato in macchina per prendere il cellulare, stando al racconto di un testimone, e poi era scappato a piedi. Secondo la ricostruzione della Procura, andò prima a casa e poi in ospedale per farsi curare le lievi ferite riportate e là venne arrestato dagli agenti. Ieri in udienza Della Torre, che dopo l'arresto aveva provato a giustificarsi raccontando di aver avuto «un colpo di sonno», ha manifestato, anche piangendo, il suo «pentimento».

Nel provvedimento di scarcerazione il giudice evidenzia, in particolare, che l'imputato ha già trascorso in carcere quasi sei mesi e che la misura cautelare degli arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico - e quindi con una forma di controllo costante su di lui - appare allo stato adeguata, anche per contenere il pericolo di reiterazione del reato. E fa comunque riferimento, per motivare l'esigenza cautelare, alla condotta di Della Torre che fuggendo, come aveva scritto il gip nell'ordinanza d'arresto, era stato «incapace di assumersi» qualsiasi «responsabilità» anche se la «vittima» dello schianto da lui causato era rimasta «incastrata nel veicolo», agonizzante ma ancora viva.

Ad ogni modo, poi, con il verdetto di ieri, che ha inflitto all'imputato una delle condanne più pesanti emesse finora dopo la recente introduzione delle norme sull'omicidio stradale, gli è anche stata revocata la patente come pena accessoria.

Ora nel momento in cui verrà reperito un braccialetto elettronico (potrebbero passare anche settimane) Della Torre andrà ai domiciliari nella sua casa dove vive con la moglie e le figlie piccole. Fino a che il dispositivo non sarà disponibile, però, resterà in carcere.

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