Operazione della Finanza, cinque arresti a Ventotene e 13 indagati
«Appalti in cambio di voti, è una associazione a delinquere»

Una veduta di Ventotene
Una veduta di Ventotene
Martedì 23 Maggio 2017, 11:13 - Ultimo agg. 16:05
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E' scattata questa mattina a Ventotene una operazione della Guardia di Finanza per una inchiesta sulla pubblica amministrazione dell'isola. Tredici gli indagati, di questi cinque sono stati raggiunti da misure cautelari emesse dal gip presso il Tribunale di Cassino, Salvatore Scalera, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Roberto Bulgarini. I cinque finiti agli arresti domiciliari sono l'ex sindaco Giuseppe "Geppino" Assenso, 71 anni; l'ex assessore Daniele Coraggio, 34 anni; il capo dell'ufficio tecnico del Comune, Pasquale Romano, 62 anni; e gli imprenditori ventotenesi Antonio Langella, 42 anni, e Claudio Santomauro, 55 anni.

«L’attività investigativa svolta dai militari della Brigata della Guardia di Finanza di Ventotene ha permesso di far emergere la sussistenza, sull’isola, di una vera e propria associazione a delinquere dedita alla commissione dei reati di turbata libertà degli incanti, falsità ideologica, truffa aggravata, per l’erogazione di pubbliche forniture ed abuso d’ufficio finalizzato alla realizzazione del cosiddetto “voto di scambio” - spiegano in una nota i militari del Comando provinciale della Finanza - Le misure hanno riguardato l’analisi documentale di più procedure ad evidenza pubblica, attuate dal Comune di Ventotene nel periodo tra il 2011 ed il 2016, nei confronti di diversi soggetti».

«Le operazioni di polizia giudiziaria hanno permesso di far emergere un’organizzazione di politici e imprenditori che aveva ideato un sistema illecito che prevedeva l’affidamento, ad aziende “preselezionate”, di opere e servizi mediante gare, promosse con il metodo della procedura negoziata, indette solo da un punto di vista documentale, in quanto le imprese risultavano fittiziamente invitate al fine di garantire la scelta precedentemente operata a favore di un determinato imprenditore» spiegano gli inquirenti.

Le indagini hanno inoltre permesso di appurare che, «nel caso di gare caratterizzate dall’affidamento di servizi, l’allora funzionario incaricato si premuniva, pur di garantire l’impresa affidataria “amica”, di non procedere alla stipula di alcun contratto nè, tantomeno, assicurare alla stazione appaltante gli introiti offerti per l’aggiudicazione, arrecando, in tal modo, anche un danno erariale all’ente pubblico». Le gare oggetto delle indagini riguardano l’area del porto nuovo di Ventotene che hanno visto la realizzazione di opere nonché l’affidamento di servizi legati al turismo.

«Nell’ambito dello stesso contesto associativo delittuoso, è per di più emerso il ricorso al fenomeno del c.d. “voto di scambio”, al fine di agevolare nelle competizioni elettorali gli allora esponenti politici compiacenti» spiegano i finanzieri. Aspetto particolarmente delicato perché sull'isola si andrà al voto tra meno di un mese per eleggere il sindaco dopo lo scioglimento della precedente assise e la caduta del sindaco Assenso. 

Secondo le indagini i politici «quale contropartita, avrebbero dovuto garantire l’aggiudicazione, agli imprenditori loro associati, di gare pubbliche relative a servizi di fornitura connessi al turismo sull’isola».

«Peraltro, le indagini dei Finanzieri di Ventotene hanno fatto rilevare, con diversi riscontri documentali, come l’associazione a delinquere abbia continuato ad operare nonostante fosse ormai nota la posizione di indagati nel medesimo procedimento penale che aveva visto l’allora Capo Area 3 Tecnica del Comune di Ventotene destinatario di misura di interdizione dai pubblici uffici, pianificando, comunque, procedure pubbliche da realizzare per l’estate 2016 a vantaggio dei soggetti sodali compiacenti», spiegano dalla Finanza.

«Gli indagati - si legge nella nota - coinvolti nell’indagine sono in totale 13, ritenuti tutti responsabili delle ipotesi di reato previste e punite dagli articoli 353 bis c.p. (turbata libertà del procedimento di scelta del contraente); 479 c.p. (falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici); 640 bis c.p. (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche) e 323 c.p. (abuso di ufficio); inoltre, per 5 di loro: l’ex Sindaco, l’ex Assessore, l’ex Capo Area Tecnica del Comune e 2 imprenditori, ideatori e promotori dell’associazione delittuosa, è stata disposta la misura detentiva degli arresti domiciliari».
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