Frate abusa di un chierichetto di 10 anni, l'intero Ordine dei Carmelitani rischia il processo

Frate abusa di un chierichetto di 10 anni, l'intero Ordine dei Carmelitani rischia il processo
di Filippo Bernardi
Mercoledì 10 Febbraio 2016, 17:58 - Ultimo agg. 11 Febbraio, 09:00
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Un bambino di nemmeno 10 anni abusato dal frate che avrebbe dovuto prendersi cura di lui. Incontri di sesso descritti in modo preciso e scioccante in una serie di lettere spuntate da un libro dimenticato. Quindi la denuncia, tre anni dopo le violenze, e l'intero Ordine dei Carmelitani che potrebbe essere chiamato a risarcire il bambino diventato ormai adolescente.

L'ennesima storia di abusi su un minore da parte di un religioso arriva da Pietrasanta, nel cuore dell'alta Versilia. I fatti risalgono all'estate del 2011, quando il bambino e la madre rimasta vedova e senza soldi, vivono ospiti in un convento di suore. E' nella parrocchia attigua al convento che Luca (il nome è di fantasia), comincia a frequentare quel frate di origini indiane, gentile e disponibile, che lo invita spesso a cena dopo il catechismo. Luca fa anche il chierichetto, i due sono in contatto ogni giorno e quella strana amicizia tra un bambino di quarta elementare e un uomo di circa 45 anni va avanti per un po'.

Poi il religioso viene trasferito: prima in India, poi in Sicilia. E' solo nel 2014 che la madre di Luca, rassettando la cameretta del figlio, per caso, si ritrova tra le mani quelle lettere scivolate a terra dalle pagine di un libro. Leggerle è una doccia fredda: il bambino vi si rivolge al frate, ricordando incontri intimi, baci e rapporti sessuali con un linguaggio impensabile per la sua giovanissima età. Sono resoconti scioccanti che la donna porta immediatamente alla polizia, dando il via a un'inchiesta giudiziaria della Procura di Lucca che il 9 febbraio è giunta all'udienza preliminare.

Il pm Antonio Mariotti ha chiesto il rinvio a giudizio del frate, ma il Gup Silvia Mugnaini ha disposto una seconda udienza per il prossimo 7 giugno. Uno slittamento che tuttavia è motivato da una decisione che rappresenta un unicum: il Gup, infatti, ha accolto la richiesta avanzata dai legali della famiglia di Luca (gli avvocati Debora Ianniello e Cristiano Baroni) di citare come responsabile civile la Curia Generalizia dei Carmelitani di Roma al quale appartiene il frate che ha sempre negato ogni accusa.

L'Ordine dei Carmelitani, insomma, rischia di finire a processo insieme al proprio frate per non aver esercitato il dovuto controllo sul religioso (in questo caso affidandogli un compito inadatto alla sua indole). Da quando è scoppiato lo scandalo, i Carmelitani hanno avviato un loro procedimento interno di cui però non si hanno notizie, salvo che avrebbero inibito il prete da molte funzioni, nonché dall'avere contatti con minorenni. 
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