Genova, poliziotto uccide moglie e figlie
e si spara: «Meglio portarle con me»

Genova, poliziotto uccide moglie e figlie e si spara: «Meglio portarle con me»
Mercoledì 2 Novembre 2016, 08:50 - Ultimo agg. 3 Novembre, 12:48
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Un poliziotto di 50 anni ha sparato, uccidendole, alla moglie e alle due figlie, poi ha telefonato alla polizia confessando il gesto e si è suicidato. La strage poco prima delle 7 di stamane in una casa di Cornigliano, in piazza Conti. L'uomo, Mauro Agrosì, poliziotto da anni passato nei ruoli tecnici del reparto mobile di Bolzaneto, ha lasciato una lettera in cui spiega che la vita ha troppi problemi. Ai poliziotti del 113 ha detto: «Venite a casa mia, vi lascio la porta aperta, ho ucciso tutti». Le figlie avevano 10 e 14 anni. Agrosì ha lasciato per spiegare il suo gesto estremo, il poliziotto ha scritto di essere alle prese con «problemi insormontabili. Meglio portarle via con me». L'uomo ha ucciso moglie e figlie nel sonno. Per non fare sentire i colpi di pistola ha coperto l'arma con un cuscino, ottenendo un effetto silenziatore. Lavorava nel sesto reparto mobile di Bolzaneto come tecnico dei computer perché da anni aveva scelto, partecipando e superando un concorso, di non rivestire più ruoli operativi. I colleghi del reparto mobile lo descrivono come una persona equilibrata che non aveva mai mostrati atteggiamenti che potessero lasciar presagire quanto ha fatto.

Mauro Agrosì sarebbe dovuto rientrare a lavorare domani dopo un periodo di riabilitazione a
cui si era sottoposto dopo un intervento a un ginocchio. Il rientro in servizio, secondo le ipotesi avanzate dagli inquirenti, avrebbe potuto significare per l'agente ricadere nella trappola del gioco visto che secondo le testimonianze di alcuni colleghi Agrosì usciva molto spesso dalla caserma per andare in una vicina tabaccheria per acquistare biglietti di lotterie istantanee.
Secondo quanto ricostruito, Agrosì conduceva una vita apparentemente normale. Sposato con Rosanna Prete e padre di Martina e Giada alla fine degli '80 era stato
travolto da un camion mentre era sull'auto di servizio e ricoverato in coma all'ospedale. L'uomo si era ripreso dall'incidente, ma subì un nuovo trauma: il suicidio di un fratello che si tolse la vita buttandosi dalla finestra di casa.

In base alle ultime ricostruzioni potrebbero esser state sedate prima di essere uccise Martina, Giada e Rosanna. Agrosì aveva chiesto un prestito in banca facendo la cessione del quinto dello stipendio. Non si sa se la cifra chiesta, non ancora quantificata, servisse per
ripianare debiti di gioco o semplicemente per la ordinaria gestione dell'economia familiare. «Quello che emerge - ha detto il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi - è la concezione di indispensabilità di se stesso. L'idea che non sia concepibile
che moglie e figlie potessero vivere senza di lui».



 
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