Forlì, a trent'anni lasciano il posto fisso per girare il mondo: «In Italia ormai è impossibile una vita migliore»

Forlì, a trent'anni lasciano il posto fisso per girare il mondo: «In Italia ormai è impossibile una vita migliore»
di Mauro Evangelisti
Martedì 21 Marzo 2017, 16:27 - Ultimo agg. 22 Marzo, 14:26
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A trent’anni, entrambi con un posto fisso, si licenziano e decidono di mettersi in viaggio per il mondo. Sintetizzata in questo modo la scelta di due fidanzati di Forlì rischia di scatenare critiche e qualche insulto da chi l’agognato contratto a tempo indeterminato lo sta ancora cercando.

Ma Michelangelo Pasini, 34 anni, spiega in questo modo la decisione di lasciare l’Italia: «Questa maledetta crisi (per molti nostri coetanei è davvero maledetta) ci ha fatto capire che non vogliamo spendere tutto il nostro tempo in un unico loop lavorativo, lungo tutta la vita. A differenza dei nostri genitori non cambieremo mai il nostro stato sociale, e sicuramente mai diventeremo ricchi. Di più: non sappiamo quale possa essere il nostro futuro: le aziende chiudono, le pensioni sono diventate un miraggio. Di conseguenza il tanto agognato posto fisso non ci interessa».

Ripartiamo dall’inizio: Michelangelo fino a un mese fa era responsabile commerciale di un’azienda di prodotti da forno surgelati; la compagna Elisa, 30 anni, infermiera in una struttura privata. Contratto a tempo indeterminato, tutto bene. Un giorno vanno dai rispettivi datori di lavoro e annunciano: ci licenziamo. Già questa è una anomalia. Per fare cosa, qual è la vita di riserva che Michelangelo ed Elisa vogliono costruirsi? «La nostra storia unisce due mondi apparentemente lontani tra loro: l’ossessione per il viaggio e la crisi economica. Fra qualche giorno Elisa e io partiremo, zaino in spalla, per un viaggio a tempo indeterminato in giro per il mondo, lavorando quando e dove possiamo e facendo tanto volontariato».

Entrambi sono amanti dei viaggi, hanno visitato molti paesi e gestiscono un sito di viaggi, www.2backpack.it, con il quale però non si mangia. «Non vogliamo più essere (completamente) felici ad intermittenza. Fin da piccoli, grazie ai nostri genitori, abbiamo viaggiato tantissimo. Poi quando ormai tredici anni fa ci siamo conosciuti abbiamo continuato a scoprire il mondo, questa volta insieme. Europa, Stati Uniti, ma soprattutto medio-oriente e tantissima Asia. Da ogni viaggio tornavamo con la sola consapevolezza: siamo davvero felici solo quando apriamo i nostri orizzonti, conoscendo posti, cibo e persone nuove». La prima tappa sarà percorsa in autobus fino alla Croazia e poi in Kosovo. Di lì l’India.

Certo, alle spalle ci sono anche un po’ di risparmi, ma l’idea è anche quella di guadagnare con il lavoro remoto di Michelangelo (con un notebook ormai puoi fare molte cose anche da lontano) e occasioni di occupazione nei vari paesi visitati. Sapete, vero, che sarete inondati dagli insulti di chi un posto fisso non lo ha mai avuto o, se ce l’ha, non si può permettere di mollare tutto? «Lo sappiamo. Ma non funziona la retorica del “potete farlo perché siete fortunati”. Certo che lo siamo. Anche nascere da questa parte del mondo è fortuna».
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