Da un arbusto del Molise la miscela che uccide
i tumori: i primi campioni pronti per i malati

Il prunus del Molise
Il prunus del Molise
di Antonio Caperna
Lunedì 20 Aprile 2015, 08:11 - Ultimo agg. 21 Aprile, 14:17
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ROMA - Da secoli le popolazioni locali apprezzano le proprietà benefiche della pianta e utilizzano le sue foglie e i suoi frutti per preparare il liquore “trignolino” (in dialetto l'arbusto viene chiamato “trigno”) o in aggiunta al tabacco della pipa. La ricerca però ha testato l'estratto benefico con una particolare miscela di aminoacidi, dimostrando di uccidere il 70-78% delle cellule tumorali utilizzate in laboratorio per i test in vitro e di inibirne la proliferazione.



A illustrare le potenzialità della pianta è stata la ricercatrice Iss, Stefania Meschini, autrice dello studio, nel IV Congresso internazionale di Medicina biointegrata. L'Iss, insieme all'azienda produttrice del composto, ha depositato il brevetto delle miscela Prunus-Can, e per questo la formulazione potrà essere disponibile a breve come integratore a supporto delle terapie chemioterapiche.



Inoltre in occasione dell'Expo di Milano, lo studio sulle potenzialità antitumorali della pianta sarà presentato, il 25 giugno, alla comunità scientifica internazionale, nell'ambito di un convegno sulle terapie oncologiche integrate. L'estratto miscelato di Prunus, sottolinea il presidente della Società italiana di medicina biointegrata (Simeb) Franco Mastrodonato, «sarà ulteriormente testato dall'Iss nella formulazione di integratore e sarà disponibile, in vendita nelle farmacie su indicazione medica, da maggio-giugno. Ciò è reso possibile sulla base dei test che hanno confermato la non tossicità del composto e previa la registrazione già avvenuta del composto stesso presso il ministero della Salute – conclude - per motivi etici abbiamo ottenuto che il prezzo a confezione sia accessibile, intorno ai 20 euro».



È intenzione dei ricercatori di passare alla fase dei test su animali, con l'obiettivo di arrivare, nell'arco di qualche anno, alla produzione di un nuovo farmaco antitumorale, che potrebbe avere anche una ricaduta importante in termini di risparmio per il Ssn.