Covid, doccia fredda per la Puglia: resterà in arancione. Rt a 0,91 e classificazione di rischio alta

Covid, doccia fredda per la Puglia: resterà in arancione. Rt a 0,91 e classificazione di rischio alta
Venerdì 5 Febbraio 2021, 15:39 - Ultimo agg. 6 Febbraio, 07:59
5 Minuti di Lettura

La Puglia resta arancione. Contrariamente alle previsioni del presidente Michele Emiliano, che nei giorni scorsi aveva ipotizzato un passaggio alla fascia gialla, la situazione nella regione non migliora e dunque la Puglia resta in zona arancione. È quanto emerge dalle anticipazioni sul monitoraggio curato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute trapelate nel primo pomeriggio.

Il valore dell’Rt medio italiano non cambia e resta a 0,84 anche se i dati hanno subito un generale leggero peggioramento. In Puglia Rt è a 0,91 e la classificazione di rischio diventa "alta" (così come in Umbria e nella Provincia autonoma di Bolzano).

Lino Banfi: «Farò il vaccino e potrò dire finalmente "sono vaccineto"» - VIDEO

Una decisione che indubbiamente aumenterà i malumori in diverse categorie che aspettavano con ansia il ritorno in zona gialla.

La mappa, quindi, resta invariata, a esclusione della Sardegna, che viene promossa in giallo. L'Umbria invece rischia di tornare addirittura in zona rossa.

I fornelli erano quasi accesi. Con la stessa energia di quando si scalda il motore per riprendere un corsa dopo una bandiera rossa. La notizia della conferma della zona arancione per la Puglia è stata una doccia gelata, una grande delusione che ha spento l'ottimismo degli ultimi giorni. «Ci si aspettava di avere buone notizie commenta Roberto Petrelli rappresentante Fiepet per la provincia di Lecce - di entrare in zona gialla e di riuscire ad ottenere anche delle nuove concessioni per poter lavorare la sera e invece ancora siamo ancora fermi. La zona arancione oggi è una sconfitta per la nostra regione; se altre regioni che erano in situazioni critiche e avevano un numero di contagi molto più alto oggi sono gialle e noi no, forse bisogna interrogarsi sui perché. Qualcosa non è andato come doveva». Le aspettative erano quelle di riaprire anche a cena, come richiesto dalle principali associazioni di categoria; e pare certo, secondo gli ultimi aggiornamenti, che sarà concessa l'apertura serale fino almeno alle 22 nelle aree gialle. Qualcuno però, e anche lo stesso presidente Emiliano, ritiene che in questo clima di incertezza, l'arancione sia un bene per mantenere il diritto ai ristori.
«I ristoratori - continua Petrelli non vogliono i ristori. Vogliono lavorare e farcela con le proprie forze, con ciò che sanno fare, e non vivere di assistenzialismo; oltretutto i ristori, se arrivano, arrivano anche in ritardo».

Tanti inoltre lamentano il fatto che gli strumenti di sostegno economico alle aziende, già insufficienti, restino per mesi impigliati nella rete della burocrazia, sia a livello nazionale che regionale. Secondo le segnalazioni di alcuni imprenditori pare che anche il bando della regione Puglia Custodiamo il turismo vada a rilento a causa di diversi intoppi nelle istanze. «Il problema non è solo per i ristoranti continua Petrelli- ma anche per la ricettività e per tutto l'indotto che lavora grazie alla ristorazione.

Dai dipendenti ai diversi fornitori. C'è bisogno anche di una programmazione seria per affrontare la stagione estiva».


Ai problemi delle imprese seguono quelli dei lavoratori da mesi in cassa integrazione e alle prese non solo con un salario ridotto ma con ritardi clamorosi. «Sono tantissime spiega Antonio Arcadio segretario Fisascat- le attività che in Puglia nei settori del terziario e del turismo continueranno a restare bloccate. Per fare degli esempi, nelle scuole ancora chiuse la ristorazione scolastica è ancora bloccata con oltre 3500 lavoratrici quasi tutte part-time ancora ferme. Con sale bingo e scommesse, chiuse da mesi, oltre 15 mila addetti fermi; 800 agenzie di viaggio e duemila addetti ancora senza certezze e alberghi, ricettività e ristoranti al minimo con perdite quasi del 90%. Ora bisogna garantire velocemente la cigd covid a tutti, bloccare lo stop previsto al 31 marzo, avviare tavoli permanenti regionali e nazionali che creino soluzioni, ristori adeguati per le imprese, ammortizzatori veloci e certi per i lavoratori. Ed infine valutare politiche attive e progetti per far ripartire i settori già dalla prossima stagione estiva». Intanto cresce il malcontento e la rabbia che sfocia in manifestazioni autonome in piazza come quella, già annunciata, che si è tenuta ieri a Bari, in piazza della Libertà davanti al palazzo della Prefettura, dal titolo Articolo Uno - riprendiamoci il nostro lavoro. Fateci lavorare lo slogan della protesta del Coordinamento associazioni e gruppi spontanei di partite Iva della Puglia che ha chiesto atti legislativi a sostegno delle imprese. «Quando la situazione diventa così critica dice Francesco De Carlo di Assoturismo è facile che si sfoci in proteste di piazza. Non condividiamo questo tipo di azioni che spesso portano anche ad una guerra tra poveri. Noi continuiamo a rivendicare fiducia provare a gestire la situazione e per offrire soluzioni; lavoriamo sulle proposte sindacali e sul miglioramento di alcuni strumenti; stiamo facendo presente che la situazione per molti si sta facendo davvero difficile ma subentra quasi la rassegnazione perché spesso le nostre richieste non sembrano essere ascoltate».


Sulla Puglia arancione anche il commento al vetriolo dei consiglieri regionale di Fratelli d'Italia: «Ma Michele Emiliano è ancora contento come una settimana fa di avere ancora la Puglia in zona arancione? L'Italia praticamente diventa tutta gialla, ma la Puglia resta arancione. Una zona che dura da più di un mese che coincide con i saldi. Una zona che sta mettendo in ginocchio attività commerciali, di ristorazione, artigianali. Ma Emiliano è contento! Indifferente al grido che si è elevato questa mattina durante la protesta, fin troppo civile, di categorie che rischiano il fallimento».

© RIPRODUZIONE RISERVATA