La psicologa Alessandra Graziottin, intervistata ieri dal Mattino, ha ricordato che nei casi di femminicidio è presente ancora «l'idea di fondo dell'attenuante». Come il «delitto d'onore», mantenuto nel nostro codice penale fino al 1981. Ma oggi come allora, a guardare le sentenze, i magistrati si mostrano più clementi del dovuto con i colpevoli: gli ergastoli sono sempre più rari. Tra riti abbreviati e attenuanti legati al comportamento della vittima (come se il tradimento fosse ancora una colpa) è già un successo se si arriva a trent'anni di carcere. «Non farei paralleli con il delitto d'onore. Con la legge sul femminicidio sono stati meglio delineati reati come stalking o violenze domestiche. Fatto sta che sempre più spesso i processi non finiscono come dovrebbero», dice Anita Liporace, penalista genovese, specializzata nella difesa dei più deboli e legale dei genitori di Marilia Rodrigues, la donna uccisa dal suo uomo mentre aspettava il loro figlio.
LEGGI L'INCHIESTA SUL MATTINO DIGITAL
L'assassino ha sempre una scusa
di Francesco Pacifico
Mercoledì 1 Giugno 2016, 08:57
1 Minuto di Lettura
© RIPRODUZIONE RISERVATA