Ricostruzione, Renzi vede Piano
«Cantieri leggeri e no evacuazioni»

Ricostruzione, Renzi vede Piano «Cantieri leggeri e no evacuazioni»
di Diodato Pirone
Lunedì 29 Agosto 2016, 09:49
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Il piano Casa Italia parte da Genova. Dove ieri alle 13, in elicottero, è arrivato il premier Matteo Renzi accompagnato dalla moglie Agnese, per un incontro con il grande architetto e senatore a vita Renzo Piano.
Dopo quattro ore di confronto inframezzato da un veloce pranzo a base di trenette al pesto, dall’entourage di Piano è filtrata l’indiscrezione di un incontro fissato da tempo, dopo una chiacchierata in Senato fra i due. Ma è evidente che il terremoto che ha sconvolto il Centro Italia, l’idea del premier di lanciare un Piano di programmazione e di manutenzione del territorio («Casa Italia sarà innanzitutto un salto di mentalità», ha detto giovedì scorso il premier dopo il consiglio dei ministri) e anche il nuovo clima da unità nazionale che si respira in questi giorni dedicati da tutti alla solidarietà verso i terremotati, hanno imposto un’accelerazione.

Anche perché Piano ieri mattina ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera nella quale ha articolato una risposta tutt’altro che superficiale alla domanda che tutti si pongono: come ricostruire al meglio? E, soprattutto, come evitare quegli errori nella gestione del territorio che il drammatico bilancio di questo terremoto ha messo in evidenza per l’ennesima volta?

Piano ha offerto al premier nuovi dettagli sulle sue idee già esposte nell’intervista che ruotano intorno al concetto di “rammendo del territorio usando meno cemento” e si è detto disponibile a dare una mano per il piano “Casa Italia”.
L’architetto ha rilanciato la sua proposta di «cantieri» leggeri partendo da un presupposto: «L’anima dei luoghi non si può cancellare. Né container, né tendopoli». E allora un «cantiere leggero. Superata la prima fase, si devono prevedere abitazioni montate nella zona sismica, strutture temporanee, non definitive. Si possono fare in poco tempo case di legno a 600 euro a metro quadro. Come a Onna, in Abruzzo. Finita la ricostruzione si ricicla tutto: il terreno occupato poi torna ad essere campo di grano o pascolo».

«I tempi del cantiere leggero - ha spiegato Piano al Corsera - sono più lunghi, questa è una operazione sottile, quasi omeopatica. Sicurezza, terremoto, dissesto idrogeologico si portano dietro una idea di fondo comune: quello di ricucire senza distruggere, la leggerezza come dimensione tecnica e umana». E infine una proposta: «Si facciano i bonus casa. All’Italia serve una definitiva messa in ordine: energetica, sismica, idrogeologica». 

Tutte idee che dovrebbero confluire in “Casa Italia” che, come ha spiegato ieri il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio «sarà figlio della volontà di convocare tutti coloro che possono dare una mano a predisporre un piano organico di prevenzione del rischio tante volte annunciato, mai attuato. Si tratta di affrontare sistematicamente il dissesto idrogeologico, l’edilizia scolastica, la manutenzione delle strade, ma anche l’irrobustimento delle infrastrutture del territorio come la diffusione della banda larga».
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