Rogo alla Thyssen, Cassazione boccia ricorso dirigenti: «Condanne giuste»

Rogo alla Thyssen, Cassazione boccia ricorso dirigenti: «Condanne giuste»
Giovedì 19 Ottobre 2017, 15:47 - Ultimo agg. 20 Ottobre, 12:28
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Non ci sarà alcuna riduzione delle condanne inflitte ai manager della Thyssen - tra i quali l'ex ad Harald Espenhahn - per il rogo avvenuto nella notte tra il sei e il sette dicembre del 2007 a Torino a seguito del quale, per la grave mancanza di misure di sicurezza, morirono atrocemente sette operai dello stabilimento della Thyssen. Lo ha deciso la Cassazione respingendo i ricorsi straordinari presentati dalle difese di quattro ex dirigenti dell'acciaieria contro il verdetto definitivo emesso dalla stessa Suprema Corte il 13 maggio 2016.

In particolare, gli "ermellini" della Quinta sezione penale hanno dichiarato inammissibili i ricorsi con i quali si contestavano le condanne per omicidio colposo da parte dei legali dell'ex ad Harald Espenhanh, e dei manager Gerald Pregnitz, Daniele Moroni e Marco Pucci. In questo modo i legali speravano di ottenere un alleggerimento delle pene mettendo in discussione la responsabilità negli omicidi colposi delle vittime morte per le gravissime ustioni: Antonio Schiavone (il primo a morire alle quattro del mattino), Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino (spirati lentamente dal sette al trenta dicembre per le gravissime condizioni in cui versavano).

Nei tre verdetti depositati oggi - n.48195, 48194 e 48197 - relativi all'udienza svoltasi lo scorso 29 settembre - i supremi giudici sottolineano che le condanne definitive emesse nel maggio 2016 sono «conformi a legge ed adeguatamente giustificate» tenendo presenti «i contenuti dell'imputazione, le singole posizioni degli imputati e le condotte loro attribuite». I due manager tedeschi Espenhanh e Priegnitz non hanno ancora scontato nemmeno un giorno di carcere perchè si attende che la giustizia tedesca, nonostante i solleciti inoltrati dall'Italia tramite il ministro della giustizia Andrea Orlando, recepisca con apposito procedimento le condanne.

Quanto all'entità delle pene, Espenhahn - che ha fatto ricorso da solo - era stato condannato a nove anni e otto mesi di reclusione, Priegnitz e Marco Pucci a sei anni e tre mesi (hanno fatto ricorso insieme), Daniele Moroni (ha fatto ricorso da solo) a sette anni e sei mesi, Raffaele Salerno a sette anni e due mesi, Cosimo Cafueri a sei anni e otto mesi. Questi ultimi due non hanno fatto ricorso per cercare di ottenere lo sconto di pena. Pucci e Moroni, da giugno, hanno ottenuto otto ore di permesso al giorno per uscire dal carcere di Terni e andare al lavoro.

«Le pene sono basse, almeno che non ci siano sconti per gli assassini.
Avrebbero dovuto dare loro l'ergastolo, prendere la chiave della cella e buttarla via», ha detto Graziella Rodin, la mamma di Rosario, 26 anni, uno dei sette operai morti dieci anni fa nel drammatico rogo "preannunciato" della Thyssen . «Ora speriamo che la Germania si sbrighi a rendere esecutiva la sentenza. Non vogliamo aspettare altri dieci anni». A fianco dei familiari delle vittime c'è sempre stato, anche in Cassazione, l'unico operaio sopravissuto alle fiamme, Antonio Boccuzzi, eletto parlamentare con il Pd.
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