Roma, condannato per furto: Carabiniere resta in servizio, ma non portà fare carriera

Roma, condannato per furto: Carabiniere resta in servizio, ma non portà fare carriera
di Michela Allegri
Lunedì 24 Aprile 2017, 19:03 - Ultimo agg. 25 Aprile, 15:01
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Non potrà fare carriera all'interno dei carabinieri, perchè nel 2007 è stato condannato dal Tribunale militare per furto aggravato. Nonostante sia stato dichiarato «riabilitato» dai giudici di sorveglanza, infatti, un appuntato, ancora in sevizio, è stato escluso dal concorso per passare a rivestire il ruolo di vicebrigadiere. Ecludendo il suo ricorso contro la decisione dei superiori, il Tar specifica nella sentenza che il reato commesso «costituisce un comportamento grave», sia sotto il profilo della «violazione del dovere di ufficio» sia per il fatto che «è stato commesso approfittando della propria posizione». Per questo motivo, è rilevante «sotto il profilo della “meritevolezza” non del mantenimento in servizio, bensì dell’ulteriore avanzamento in grado e quindi con la promozione rispetto a pari grado che hanno mantenuto una condotta impeccabile senza mai abusare delle proprie funzioni».

Il ricorrente presta servizio nell’Arma dal 2007. E' stato condannato dal Tribunale militare di Napoli a due mesi, pena sostituita con una multa di 2.356 euro. Per questa vicenda, nel 2011, è stato dichiarato «riabilitato dalle conseguenze giuridiche delle condanne riportate» dal Tribunale di sorveglianza di Firenze. Nel 2016 ha partecipato al concorso per accedere al ventunesimo corso trimestrale di qualificazione di 350 allievi vicebrigadieri. Nella prova di serlezione è risultato idoneo. Il 14 aprile 2016, però, è stato escluso, perché «ritenuto privo del requisito prescritto dall'articolo 3 del bando, che richiedeva di non essere stati condannati per delitti non colposi», scrivono i giudici.

Nel ricorso presentato dal carabiniere si legge che «l’Amministrazione lo ha erroneamente ritenuto privo del requisito», visto che era già stato riabilitato prima della scadenza dei termini di presentazione delle domande per accedere al concorso. Questa circostanza, però, è stata ritenuta «ininfluente», visto che «la riabilitazione non cancella il reato, la condanna e i fatti storici che l'hanno determinata». Per questo motivo, l'Amministrazione, «pur prendendo in considerazione la riabilitazione e tenendo conto degli ottimi precedenti di servizio dell'ultimo triennio, non può non tener conto della censurabilità della condotta tenuta dal militare, anche se i fatti sono risalenti nel tempo». Per i giudici, quindi, il ricorso è «infondato».
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