«Senza l'assegno di divorzio
niente pensione di reversibilità»

«Senza l'assegno di divorzio niente pensione di reversibilità»
Mercoledì 24 Maggio 2017, 23:17 - Ultimo agg. 23:28
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C'è un risvolto inedito collegato alla sentenza sul divorzio, la numero 11504/17, emessa dalla Corte di Cassazione, che rivoluziona il diritto di famiglia, perché stabilisce che l’assegno va calcolato principalmente sulla base del criterio di autosufficienza e non più considerando il tenore di vita durante il matrimonio. L'avvocato Marina Vacca, del foro di Napoli, fa notare: «L'assegno divorzile, anche se di importo minimo, pur se di soli 100 euro, dà poi diritto alla pensione di reversibilità. Cancellandolo, o restringendo i criteri per averlo, come si sta già verificando, ci sarà in futuro un bel risparmio anche per lo Stato». Un motivo in più, probabilmente, di battaglia in tribunale. A prescindere dal verdetto, che naturalmente verrà stabilito di volta in volta, di certo saranno presentati tantissimi ricorsi.

Intanto, in Italia ci si sposa sempre meno: lo fanno 3,2 persone ogni mille abitanti (meglio solo di Portogallo e Lussemburgo), dal 2008 al 2014 le nozze sono diminuite di circa 57.000, e al matrimonio segue, sempre più spesso, un divorzio, che avviene, in media dopo 16-17 anni. La propensione a separarsi è più bassa e stabile nel tempo nei matrimoni celebrati con il rito religioso. Lo dice l'Istat, secondo cui l'incidenza dei divorzi, è aumentata in maniera sensibile nel 2015, con 13,6 casi ogni 10 mila abitanti (era 8,6 un anno prima). A concorrere al fenomeno ha contribuito anche la legge sul cosiddetto divorzio breve, con una preponderanza di casi nel Centro-Nord rispetto al Sud. Nel 2015 dunque il numero di divorzi è stato di 82.469 (+57% sul 2014).

Più contenuto l'aumento delle separazioni, pari a 91.706 (+2,7% rispetto al 2014).
Le unioni interrotte da una separazione dopo 10 anni sono quasi raddoppiate, passando dal 4,5% dei matrimoni celebrati nel 1985 all'11% per le nozze del 2005. In media i mariti hanno 48 anni, le mogli 45 anni. Di contro, le convivenze more uxorio tra partner celibi e nubili sono cresciute quasi 10 volte rispetto al 1993-1994. A conferma del fatto che questo tipo di unione è sempre più diffusa, il dato che oltre un nato su quattro nel 2014 ha genitori non coniugati. Si arriva al primo 'si« sempre più maturi: gli sposi al primo matrimonio hanno in media 34 anni e le spose 31 (entrambi un anno in più rispetto al 2008). Le seconde nozze, o successive, sono 30.638 nel 2014: anche se in lieve flessione, prosegue l'aumento dell'incidenza di queste nozze 'maturè sul totale dei matrimoni,dal 13,8% del 2008 al 16,1% del 2014. Al Centro e al Nord il rito civile batte quello religioso. I matrimoni celebrati in Comune sono il 43% del totale, ma al Nord (55%) e al Centro (51%) i matrimoni civili superano quelli religiosi. 
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