Sexting, privacy a rischio: foto hot
​scambiate da 4 giovani su 10

Sexting, privacy a rischio: foto hot scambiate da 4 giovani su 10
di Francesco Lo Dico
Domenica 2 Ottobre 2016, 09:21 - Ultimo agg. 19:15
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Fanno sexting quattro ragazzi italiani su dieci tra i dodici e i diciassette anni. E sei su dieci ammettono di avere condiviso almeno una volta immagini e video hot per divertimento. Nel 20 per cento dei casi, gli under 18 condividono contenuti erotici espliciti anche con adulti, ma dei rischi c’è scarsa consapevolezza: in nove casi su dieci, a essere vittime della gogna sul web sono poi le donne. Ma soltanto sei su dieci, tra le minori, sono consapevoli dei pericoli. Gli adulti sarebbero fondamentali nell’opera di prevenzione: il 44 per cento degli italiani - compresi tra i 25 e 54 anni - fa sexting al di fuori della relazione di coppia. Ma il reciproco silenzio complica le cose.

Nell'evocare lo spettro del cyberbullismo, tornato ad aggirarsi sul proscenio nazionale dopo il suicidio di Tiziana, il presidente Mattarella ha individuato nell'esempio degli adulti, la chiave di volta per contrastare un fenomeno sociale sempre più virale, che scaglia nella furia della lapidazione virtuale soprattutto i minori. Lungi dall'essere una mania per Millennials, il sexting, e cioè l'abitudine di scambiare immagini e video ad alto tasso erotico via chat, è tra gli adulti d'Italia un vezzo pervasivo e in prepotente ascesa. Secondo i dati dell'indagine Amore, relazioni e tecnologia 2014, realizzata da McAfee, un adulto italiano su due tra i 25 e i 54 anni scambia contenuti a sfondo sessuale tramite il proprio smartphone. Ma se il 66 per cento li invia al proprio partner, il restante 44 per cento li indirizza all'attenzione di terze persone.

In secondo luogo, il 53 per cento degli adulti salva e archivia selfie porno e messaggi intimi, in un giochino che spesso costa caro soprattutto alle donne. Un uomo su dieci minaccia infatti di pubblicare foto osé della propria partner a relazione finita. E tra questi, sei uomini su dieci passano dalle parole ai fatti: una vendetta erotica, la cosiddetta porn-revenge, che nel 90 per cento dei casi manda alla gogna la donna. «Di certo - è l'analisi di Roberta Rossi, presidente Federazione italiana di sessuologia scientifica - stiamo assistendo a un cambiamento antropologico dovuto alla diffusione della rete e della tecnologia che porta con sé l'esplorazione di nuovi orizzonti e nuove modalità di comunicazione che comunque non è esente dalle emozioni». Ma «si corre il rischio - osserva - di una frammentazione di vissuti ed emozioni sganciate dalla presenza reale e corporea dell'altro». 

L'avvento di internet e poi degli smartphone, ha traghettato definitivamente l'eros nell'epoca della sua riproducibilità tecnica. Perduta la dimensione dell'atto unico, consumato nella dimensione irripetibile della privatezza, il sesso all'epoca del sexting ha trasferito la libido dalla dimensione soggettiva del partner desiderato, a quella oggettiva della platea desiderante. Un meccanismo fatto di autocelebrazione e desiderio di affermazione sociale, che un tempo era appannaggio di divi e starlette, per divenire, nell'era di internet una promessa di fama e attenzioni per tutti. Anche e soprattutto per chi ne paga le conseguenze peggiori: i minori. 

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