Sgomberi dei palazzi occupati,
stretta Minniti: cambiano le regole

Sgomberi dei palazzi occupati, stretta Minniti: cambiano le regole
di Sara Menafra e Stefania Piras
Sabato 26 Agosto 2017, 10:52 - Ultimo agg. 27 Agosto, 11:44
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ROMA. Cambiano e si stringono le regole per gli sgomberi dei palazzi occupati. Dopo giorni di polemiche e dopo essere stato accusato di aver messo in pericolo la vita di centinaia di rifugiati, il ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha deciso di prendere di petto la questione: nelle prossime ore firmerà una circolare in cui invita i prefetti a procedere a «liberare» le strutture sottoposte a sequestro solo dopo aver trovato luoghi di accoglienza alternativi. Specie se l'intervento della polizia dovesse portare a problemi di ordine pubblico, come è accaduto in via Curtatone. 

La decisione rischia di trasformarsi in una sorta di commissariamento per il sindaco di Roma, Virginia Raggi e, in generale per le amministrazioni cittadine che non dovessero collaborare ai piani di intervento delle prefetture locali. Ad occuparsi di dove sistemare gli occupanti abusivi saranno proprio i rappresentanti del governo, anche a prescindere dalle indicazioni delle amministrazioni locali. Il che vuol dire che, per motivi di sicurezza, potrebbero spingersi a requisire palazzi pubblici in cui ospitare almeno in una prima fase le persone che hanno perso l'alloggio (solo famiglie con minori o anziani entrano in un circuito di accoglienza più stabile). 

Intanto, è come se i dibattiti di mesi e mesi su Lampedusa all'improvviso fossero geolocalizzati in piazza Indipendenza, a Roma. E ieri si è saputo che il funzionario di polizia che dice «se tirano qualcosa spaccategli un braccio» incitando gli agenti che inseguono i migranti a Termini è lo stesso che nell'ottobre 2014, proprio a piazza Indipendenza, fece caricare gli operai della ThyssenKrupp. Sui fatti romani tutte le forze politiche si sono schierate. Ma stavolta i contrasti più forti si sono accessi dentro il Movimento 5 stelle. Inevitabile che la questione migranti, al di là dello ius soli, si ripresentasse prepotente a minare le certezze del Movimento. E lo sgombero di Roma ha polarizzato ieri in poche ore il dibattito interno palesando due visioni opposte che riaprono d'imperio la battaglia per la premiership. Roberto Fico punta il dito contro le responsabilità amministrative, a tutti i livelli: «Uno Stato che si organizza in questo modo per sgombrare un palazzo abitato da bambini, donne e uomini che hanno oltretutto lo status costituzionale di rifugiati è uno Stato che non mi rappresenta». Mentre Luigi Di Maio difende la sindaca Virginia Raggi affermando che «si deve occupare dei romani prima che dei migranti» e si schiera anche al fianco dei poliziotti: «Non possiamo vedere scene di guerriglia come quelle di ieri e poi alla fine accusare e mettere sotto inchiesta i poliziotti e la Polizia di Stato per una frase». 

I fatti di Roma riaprono dunque lo scontro interno con tutti, o quasi tutti, i parlamentari che hanno sentito il bisogno di schierarsi. Per Fico accoglienza, inclusione, mediazione culturale, sono tutti elementi fondamentali per gestire l'immigrazione e rinunciare così a una sintesi nazionalista che dice «Prima gli italiani», o i romani, come ha sottolineato invece Di Maio. Le parole del vicepresidente della Camera, notare bene, sono rilanciate dai canali ufficiali del M5S, dalla Camera fino al gruppo europeo. La sua è la posizione dei vertici. Per non parlare degli apprezzamenti (oltre due mila) che ha riscosso il vignettista preferito dei pentastellati, Marione, che ha elogiato il lavoro della polizia: «Sarò sempre e comunque dalla parte di chi ci protegge». 

Il deputato Andrea Colletti sposa la linea Di Maio: «Mi ritrovo molto d'accordo con la disamina di Virginia Raggi su quello che è successo ieri. Gli sgomberi dovrebbero essere l'extrema ratio ma non ci possiamo neanche permettere di non rispettare le sentenze della magistratura ed il diritto alla proprietà privata. Né che vengano lanciate bombole del gas». Così anche la deputata Laura Castelli: «I falsi moralismi e le ipocrisie non servono a risolvere i problemi: gli immobili abusivi devono essere sgomberati così come si deve dare un'alternativa a queste persone, ma non si può tollerare che si lancino bombole di gas». Il consigliere lombardo Stefano Buffagni, vicino a Di Maio, non ha dubbi: «Noi aiutiamo tutti, perché nessuno deve rimanere indietro, ma a casa nostra le regole si rispettano».

Mentre M5S si divide, la sinistra attacca la «deriva leghista impressionante» dei grillini e incalza il Viminale chiedendo chiarimenti sull'uso della forza. Il Pd, dal canto suo, cammina sulla linea sottile tra l'attacco politico alla giunta Raggi e la difesa del ministero dell'Interno. Ma il presidente dem Matteo Orfini è critico con le forze dell'ordine. «Il Comune di Roma è inesistente», è la premessa di Orfini che però giudica «inadeguata anche la gestione da parte delle forze dell'ordine» nell'eseguire lo sgombero. «Non si risponde alla povertà con le cariche e con gli idranti«, afferma l'ex commissario del Pd di Roma.

Lucio Malan, senatore di Forza Italia, dal canto suo dice: «Pd e M5s hanno entrambi gravi responsabilità in ciò che è accaduto in occasione dello sgombero di immigrati a Roma»

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