Sigonella, il governo Usa perde
la guerra coi dipendenti della base

Sigonella, il governo Usa perde la guerra coi dipendenti della base
Martedì 23 Agosto 2016, 21:31 - Ultimo agg. 21:32
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Gli Stati Uniti sono scesi in guerra alle pendici dell'Etna: da anni combattono una battaglia legale con un ex dipendente della base militare di Sigonella, licenziato nel 2000, che per il Tribunale di Catania, con sentenza passata in giudicato ed esecutiva dal 2014, va risarcito con 600mila euro e riassunto. Ma lo scontro di carte bollate non si ferma. Neppure dopo un pignoramento eseguito il 9 luglio scorso di un supermercato per concorrere al risarcimento stabilito dal giudice: 1,1 milioni di dollari.

Il Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti ha presentato quattro ricorsi chiedendo di annullare il pignoramento del supermercato Commissary Store di proprietà del governo Usa nella base militare di Sigonella. Il suo contenuto, escluso frutta e carne, stimato in 1,1 milioni di dollari, dovrà essere venduto per pagare il debito dell'amministrazione con un suo ex dipendente licenziato nel 2000, Carmelo Cocuzza, un vetrinista che ha vinto la causa per ingiusto licenziamento col governo statunitense. Ma il Tribunale civile di Catania ha rigettato il ricorso principale, condannando il governo Usa al pagamento delle spese processuali. Il Dipartimento americano, tramite la sua rappresentante in Europa, ha ritirato gli altri ricorsi, ma i legali che rappresentano gli Stati Uniti hanno chiesto la sospensione del pignoramento.

Una nuova udienza si è svolta stamattina. Il Tribunale si è riservato di decidere. Nelle more il Dipartimento della Giustizia Usa ha fatto notificare un altro ricorso: quello contro la riassunzione di Cocuzza. L'udienza è stata fissata per il prossimo novembre. Un bombardamento di carte bollate, insomma, che tuttavia non spaventa Cocuzza. «Anche se sono sommerso dalle carte - dice - non mi fermo: mi sento come Davide contro Golia, spero che la fine della storia sia la stessa, ma non per me, bensì per la legge e la giurisdizione italiana». «Mi chiedo ancora - osserva Cocuzza, 50 anni - dopo 16 anni che 'combattò questa battaglia legale, cosa devo ancora fare perché un mio diritto venga riconosciuto, mentre questi continuano a 'perseguitarmì nonostante siano stati condannati più e più volte». Per questo Cocuzza chiede al prefetto di Catania, Maria Guia Federico, «un intervento urgente con i ministri della Giustizia e degli Esteri: esistono trattati internazionali e bilaterali con gli Usa che - sottolinea Cocuzza - impongono l'obbligo del rispetto delle nostre leggi e della nostra giurisdizione».
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