Sinodo al via, quei «partiti» contrapposti che inquietano Francesco

Sinodo al via, quei «partiti» contrapposti che inquietano Francesco
Martedì 6 Ottobre 2015, 08:55 - Ultimo agg. 09:32
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Antonio Manzo I «partiti» del Sinodo li individuò proprio lui, Papa Francesco, concludendo i lavori sinodali di un anno fa e prendendosi una standing ovation di cinque minuti: da una parte lui individuò i «tradizionalisti e intellettualisti»; dall’altra i «progressisti e i liberalisti». Tutte e due i «partiti» del Sinodo, spiegò il Papa, segnati però da rispettive tentazioni negative: i primi, dall’«irrigidimento ostile» a qualsiasi novità pastorale e teologica, gli altri, dal «buonismo distruttivo». I due «partiti» del Sinodo, sia pure identificabili come diversi allineamenti teologico-culturali perfino trasversali alle nazionalità dei partecipanti, non sono stati fermi in questo anno di dibattito, a partire dalla conclusioni dell’ottobre scorso. In quei giorni, la decisione del Papa di pubblicare subito la Relatio synodi rese immediatamente noto al mondo la divisione nella Chiesa su tre questioni fondamentali: comunione ai divorziati risposati, comunione spirituale e sacramentale, questione omosessuale. La divisione



La divisione

del Sinodo fu certificata dal voto sulla relazione finale di ottobre scorso: 62 paragrafi del documento finale, tutti votati a maggioranza, sui temi cruciali non ci fu la maggioranza ”qualificata” dei due terzi. I voti delle divisioni: 52% sull’ammissione alla comunione dei divorziati risposati (placet 104 non placet 74), il 53% sulla comunione spirituale (112 e 64), il 55% sugli omosessuali (118 e 62). È passato un anno, siamo arrivati al secondo round di dibattito tra i Padri sinodali ed i «partiti» hanno rafforzato le loro posizioni ma anche rilanciato sulle divisioni: dai libri firmati da diversi cardinali, tutti in opposizione alle posizioni di apertura pastorale, fino all’evocazione di un rischio di scisma nella Chiesa cattolica.



Il gruppo di Kasper

Sono i fedelissimi di Bergoglio. Il capofila del rinnovamento ecclesiale sui temi della famiglia è il cardinale Walter Kaspar, teologo tedesco di rango, autore della relazione presentata al concistoro straordinario sul tema della famiglia del febbraio 2014. Era stato proprio lui, infatti, a prospettare che anche la Chiesa cattolica potrebbe ammettere alcune coppie di divorziati risposati alla comunione dopo un percorso penitenziale. Lo stesso Kasper è convinto che le divisioni al Sinodo non siano altro che paraventi teologici dietro i quali si nascondano quelli che vogliono fare guerra al rinnovamento di Papa Bergoglio.



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