Sisma e ricostruzione: «Ora un nuovo modello per affidare gli appalti»

Sisma e ricostruzione: «Ora un nuovo modello per affidare gli appalti»
di Italo Carmignani
Venerdì 23 Settembre 2016, 09:50 - Ultimo agg. 12:42
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dal nostro inviato

ARQUATA DEL TRONTO La pesantezza delle scosse contro la leggerezza dei soldi. Se nel primo caso decide la terra con incontrollabile anarchia, nel secondo molto possono fare gli uomini con accertabile giustizia. Il pericolo si chiama infiltrazioni mafiose e pare strano munirsi d'antidoto al crimine quando ancora ci sono persone nelle tende e macerie nelle strade. Ma Vasco Errani, commissario straordinario dell'ultimo terremoto, è categorico: «Mi preoccupa più la parte invisibile dell'emergenza, quella giocata all'ombra degli accordi e nell'oscurità delle trattative. Perché quella visibile della sofferenza la conosco e posso lavorare bene per risolverla». Alla domanda sul come evitare il tentacolo criminale, Errani è pronto: «Bisogna trovare un modello per le centrali di spesa, l'assegnazione degli appalti e la gestione dei primi finanziamenti completamente nuovo che prenda il meglio da tutti gli altri casi come l'Umbria, l'Aquila e l'Emilia. Ma che preveda una sola e inderogabile caratteristica: la trasparenza».

MODELLI DI VIRTÙ
Il tema delle infiltrazioni e il modello di virtù per contrastarle sarà uno dei temi affrontati questa mattina a palazzo Chigi, quando il premier Renzi e il commissario Errani annunceranno le ultime novità in materia di terremoto e ricostruzione. D'altra parte Errani pare avere ascoltato le parole del procuratore antimafia Franco Roberti, arrivate forti e chiare: «Bisogna lavorare molto sulla prevenzione, per evitare attenzioni e appetiti malevoli delle organizzazioni criminali sulla ricostruzione. Soprattutto sui lavori di urgenza, nella fase immediatamente precedente alla ricostruzione vera e propria». Come nell'incipit dei libri che informa il seguito dei capitoli, bisogna lavorare d'anticipo. Ancora Roberti: «Penso ai lavori di rimozione e smaltimento di detriti e rifiuti, al consolidamento degli edifici lesionati, ma non crollati, e anche alla allocazione delle casette che avverrà nei prossimi mesi. In questa fase preliminare si annida subito il rischio di infiltrazione della criminalità organizzata».

Un pezzo di ricetta antimafia arriva anche da chi ha lavorato già al problema, come Fausto Cardella attuale procuratore generale a Perugia e già procuratore capo a L'Aquila: «Il punto cruciale è il tema dei sub appalti che devono essere disciplinati in modo rigoroso, soprattutto quelli privati. L'impresa che acquisisce l'appalto può essere anche pulita, ma questo non è assolutamente una garanzia sufficiente perché lo siano anche le ditte subappaltatrici». Si è assistito a fenomeni strani durante la ricostruzione a L'Aquila: la ditta appaltatrice con solo il 30 per cento dei lavori e quella subappaltatrice con il 70 per cento. Ancora Cardella: «Che significa? Semplice, la ditta appaltatrice era camuffata per fa accedere quella del subappalto meno controllabile. La miglior soluzione? Mettere forti limiti ai subappalti. E fare in modo che l'imprenditore privato abbia le responsabilità di un incaricato di pubblico servizio».

L'IRPINIA CAMORRISTA
Il ricordo dell'Irpinia ormai è raccontato dalla storia che sempre insegna. Precisa a riguardo Roberti: «Non solo in Irpinia ci fu un clamoroso spreco di denaro pubblico, ma la Camorra, da associazione dedita ad affari tradizionali, divenne imprenditrice edile».
D'accordo la mafia e i suoi pericoli, ma la gente in tenda come la tiriamo fuori? Chiude l'indomabile Vasco Errani: «Le soluzioni ci sono, dagli alberghi, alle seconde case, a quelle dei perenti, ma è complicato chiudere il capitolo della paura. L'ultima scossa del quarto grado ha riportato indietro l'orologio dei timori». La paura come la terra, ribelle e sovversiva.