Ancona, catturato il killer del catamarano: uccise una skipper a colpi di machete

Ancona, catturato il killer del catamarano: uccise una skipper a colpi di machete
di Giovanni Sgardi
Venerdì 20 Maggio 2016, 08:48 - Ultimo agg. 21 Maggio, 22:26
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ANCONA  - Rambo fino alla fine. Capelli grigi, un po' appesantito, busta della spesa in mano, ha sfoderato comunque il guizzo degli anni maledetti alla vista della polizia. Sprint, un altro tentativo di fuga a piedi. Ma gli agenti sono giovanotti e lui ha ormai 62 anni. Preso. L'ultimo bluff: «Non sono l'uomo che state cercando». Rassegnati, caro “Pippo”, è proprio finita. Torna in carcere Filippo De Cristofaro, il Rambo dei mari, l'ergastolano dal cuore di tenebra. Pensavano che avesse raggiunto i Caraibi o la Polinesia, inseguendo l'amore dei paradisi perduti che lo aveva spinto ad uccidere, nel lontano 1988, la skipper pesarese Annarita Curina, 34 anni, per impossessarsi del suo catamarano. Con il passare dell'età, aveva ridimensionato le sue ambizioni. Lo hanno catturato in Portogallo, alla stazione in attesa di un treno diretto a Lisbona. Primula rossa dal 21 aprile del 2014, quando non era tornato da un permesso premio nel carcere di Porto Azzurro, all'Elba, aveva già alle spalle un'altra evasione. Da due giorni si trova dietro le sbarre in un carcere spagnolo, in attesa dell'estradizione che dovrebbe essere concessa a ore.

L'IRRUZIONE
Colpaccio degli agenti della Squadra Mobile di Ancona che hanno percorso le orme di Filippo De Cristofaro in tutt'Europa. Temendo in alcuni momenti di dare la caccia a un fantasma quando, dopo l'irruzione in un “covo” ormai freddo in Ucraina, temevano che il killer milanese avesse ormai spiccato il volo verso i Tropici. Là dove cercava di andare, 26 anni fa, con la bella Diana Beyer, l'olandesina di cui era innamorato, per coronare una love-story alla Gauguin. Peccato se con un morto sulla coscienza. Una ragazza innocente ammazzata a colpi di machete in testa sulla tolda del suo catamarano, a largo di Fano.
Il Rambo dei Mari, inevitabilmente, è stato tradito da quella tecnologia che, ai tempi delle sue famigerate imprese, non era ancora stata inventata. Ma non solo. Anche dalle scarpe, le stesse che aveva usato per evadere due anni fa. Attentissimo a non usare bancomat, telefonini e mail per contattare la famiglia (ha parenti a Milano), protetto da due passaporti falsi, uno francese e uno albanese, aveva però due profili Facebook, ovviamente sotto altro nome. Uno lo usava per tenersi in contatto con un suo vecchio compagno di cella, un albanese, che lo aiutava a procurarsi il danaro necessario per la latitanza. “Pippo” avrebbe dovuto raggiungerlo proprio in Albania, dove l'amico gli stava preparando il nuovo nascondiglio. Ma, intercettato il dialogo telematico, i poliziotti hanno preferito dargli la caccia nella sua “tana” spagnola per paura che, ancora una volta, cambiasse idea e tragitto all'ultimo minuto.
 

 


 
Stavolta il bel Pippo, ormai solo l'ombra dell'elegantone smilzo che faceva strage di cuori, si è tenuto ben alla larga da quella Rotterdam dove vive Diana, mamma di due figlie, che aveva cercato di raggiungere durante la prima latitanza nonostante lei avesse rinnegato il loro passato comune. Lasciato Porto Azzurro, avrebbe vagato in Ucraina, Grecia, Albania, Francia fino ad arrivare in Spagna, sempre con mezzi di fortuna. Pochi soldi, datigli a quanto pare da ex compagni di prigionia, qualche lavoretto (lui esperto di barche) nei vari porticcioli in cui aveva fatto tappa. Nel villaggio sul mare in cui è stato catturato, avrebbe abitato in una sorta di comune (un'abitazione in cui convivevano uomini e donne) su cui sta ancora indagando la Polizia spagnola. L'intesa tra agenti locali, poliziotti di Ancona e Interpol sarebbe stata perfetta, decisiva per mettere a segno l'ultimo blitz. Stavolta, a quanto pare, De Cristofaro non avrebbe avuto sulle labbra il solito sorrisino sarcastico. Quello con cui accolse persino la condanna a 30 anni, prima che Appello e Cassazione la trasformassero in carcere a vita. Stavolta aveva negli occhi il lampo selvaggio della bestia braccata e impaurita. Consapevole che non ci sarà più per lui un'altra chance di libertà.