Caso statue, violato il divieto di coprirle e ignorati tutti i percorsi alternativi

Caso statue, violato il divieto di coprirle e ignorati tutti i percorsi alternativi
di Laura Larcan e Marco Ventura
Giovedì 28 Gennaio 2016, 09:42 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 10:27
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A Palazzo lo chiamano il gioco del cerino. È quello che i dirigenti di lungo corso hanno imparato negli anni a scansare come un vero incubo. I Palazzi coinvolti sono tre, forse quattro. Ma i dirigenti che finiscono nell'occhio del ciclone sono due: il capo del Cerimoniale di Stato della presidenza del Consiglio, Ilva Sapora, e il sovrintendente ai Musei capitolini, Claudio Parisi Presicce. La pietra, anzi il compensato dello scandalo, è quello che ha inscatolato le statue di nudi sgradite alla sensibilità islamica di Rohani, il presidente iraniano in visita ufficiale a Roma.

PANNELLI RICICLATI
Il paradosso è che chi ha potuto parlare con i responsabili della copertura posticcia, racconta ora di un compiacimento per la genialità della soluzione offerta agli iraniani con il riciclaggio dei pannelli della mostra sul Parmigianino in disallestimento per coprire la Venere Esquilina, il Dioniso degli Horti Lamiani e un paio di gruppi monumentali nudi, compreso il Ratto delle Sabine. Ma i maestri di cerimonie avrebbero anche spostato alcune tavole della Pinacoteca come il “Ritratto di gentildonna” e addirittura certe piccole porcellane vagamente osé nelle vetrine al primo piano. C'è qualcuno che ancora ride, nonostante la bufera, per la decisione di spostare il palco destinato all'ospite nella Sala Esedra per non esporlo alla vista sotto gli attributi bronzei del cavallo di Marco Aurelio.

In rapida successione il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha fatto invece trapelare la sua «irritazione» se non «furia» per la stupidità di quell'«eccesso di zelo» che ha indotto i funzionari a metter le braghe di compensato alle opere d'arte, e i ministri dei Beni culturali e degli Esteri, Dario Franceschini e Paolo Gentiloni, hanno bollato come «scelta incomprensibile» la sottomissione ai desiderata iraniani. Gentiloni, in particolare, ha voluto precisare che la decisione «non è stata nostra». Nel gioco del cerino ha infatti rischiato a un certo punto di finire pure l'ufficio del cerimoniale della Farnesina, sempre presente ai sopralluoghi per le visite di Stato. Ipotesi respinta con sdegno agli Esteri, visto che, anzi, da qualche anno è stato addirittura fatto fuori il diplomatico tradizionalmente a capo del Cerimoniale internazionale di Palazzo Chigi. Ed è comunque la presidenza del Consiglio a guidare le danze.

IL CONSIGLIERE DIPLOMATICO
Sembra che nessuna parte decisiva abbia avuto anche l'Ufficio del Consigliere diplomatico di Renzi, vacante perché il suo capo, l'ambasciatore Varricchio, sta già con un piede nella nuova sede di Washington. La bufera a questo punto investe in pieno la Sovrintendenza, anche per l'incauta uscita del sovrintendente Parisi Presicce: «Delle opere coperte chiedete a Palazzo Chigi, la scelta non è dipesa da noi». Mal gliene incolse. Il consiglio di Sovrintendenza è stato sospeso all'improvviso in mattinata per convocazione dal Commissario, il prefetto Tronca.
Iolanda Rolli, vice di Tronca, avrebbe ricordato a Parisi Presicce come sui Musei e il patrimonio viga il Codice dei Beni culturali per cui qualsiasi modifica all'allestimento richieda per legge il nulla osta del Segretariato dei Beni culturali. Autorizzazione del Ministero che non c'è stata e non sarebbe stata neppure chiesta. Franceschini ha negato di essere mai stato informato e non è arrivata alcuna segnalazione agli uffici ministeriali. Sembra che prima della visita di Rohani siano stati compiuti quattro sopralluoghi per studiare il percorso, con Parisi Presicce, la responsabile eventi Antonella Magagnini, e naturalmente il capo del cerimoniale del Campidoglio, Francesco Piazza. Con loro, funzionari del Cerimoniale di Palazzo Chigi e della Farnesina.

C'è chi nota, adesso, che sarebbe stato relativamente facile escogitare percorsi alternativi alla corsa a ostacoli tra compensati cui è stato costretto Rohani. Per esempio: sala degli Orazi e Curiazi, sala dei Magistrati, sala della Lupa Capitolina, sala Castellani, per uscire con la sala dello Spinario. Ma già sulla Piazza del Campidoglio spiccano i due grandi Dioscuri con i genitali in bella vista. Al di là dell'accondiscendenza dei responsabili dei Musei e del cerimoniale capitolino, certo è che prevale Palazzo Chigi. Inevitabile, perciò, dopo l'irritazione di Renzi, l'avvio di un'indagine interna da parte del segretario generale, Paolo Aquilanti, per «accertare le responsabilità e fornire, con la massima sollecitudine, tutti i chiarimenti necessari relativi all'organizzazione presso i Musei Capitolini della visita in Italia del presidente iraniano Rohani». E tutto, in queste ore, riconduce appunto al vertice del Cerimoniale di Chigi, Ilva Sapora.

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