Fabrizia, il papà non spera più:
«È finita, non mi illudo»

Fabrizia, il papà non spera più: «È finita, non mi illudo»
di Maria Lombardi e Margherita Siani
Mercoledì 21 Dicembre 2016, 08:27
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«È finita, non mi illudo», nemmeno più la forza di sperare. Papà Gaetano ha perso pure quella in una notte di silenzio: Fabrizia non risponde, cellulare staccato, Fabrizia che non torna a casa e nessuno sa dov'è, Fabrizia che non è tra i feriti in ospedale. Doveva essere un giorno speciale, oggi, per la famiglia Di Lorenzo. Lei era attesa a Sulmona per le feste di Natale e invece è andata così: la madre, il padre e il fratello a Berlino aspettano il responso del test del dna che dovrà dire se quel corpo massacrato è di Fabrizia Di Lorenzo, trentunenne di Sulmona. «Abbiamo capito che era finita stanotte all'una e mezza: siamo stati noi a chiamare la Farnesina, ma l'aiuto più grande ce lo hanno dato i carabinieri di Sulmona». La moglie e il figlio sono già in Germania, Gaetano nel pomeriggio sta per partire. «Ci siamo mossi coi nostri canali, ma da quanto mi dice mio figlio da Berlino, non dovrebbero esserci più dubbi - e si ferma per non piangere - aspettiamo conferme, ma non mi illudo».

Davanti la casa della famiglia Di Lorenzo, una villetta a due piani in via Arabona, alle porte di Sulmona, ci sono i carabinieri. È un via vai di amici e parenti, tutti in attesa delle notizie da Berlino. Il dolore di una famiglia è quello di una città, i Di Lorenzo li conoscono tutti. Gaetano è impiegato delle poste, in autunno, quando è il tempo delle castagne, mette su il suo banchetto per venderle. I parenti gestiscono un bed and breakfast e un bar. Gaetano è di Contursi Terme, città nella quale vivono i suoi cugini. Il nonno di Fabrizia si trasferì a Sulmona per lavoro, ma il legame non si è mai interrotto. La famiglia di Fabrizia, infatti, è spesso nella città delle terme e anche Fabrizia c'è stata tante volte, soprattutto dalle sue cugine. Ieri l'intera famiglia Di Lorenzo ha vissuto ore di trepidazione e di speranza, sia pure flebile, in attesa di una telefonata, tutti riuniti a casa di una cugina, Rosa, moglie dell'ex sindaco di Contursi, Giacomo Rosa.

Gaetano e la moglie vivono per questi figli, così bravi. Fabrizia laureata e con tanta voglia di fare, il fratello che studia Ingegneria a Torino e sta per finire. E pazienza se vive lontana, se Berlino l'ha incantata e non vuole saperne di tornare in Italia se è questo che lei vuole: «Il mio posto è qui», dice. «Fabrizia si è trasferita a Berlino più di tre anni fa - racconta la zia Immacolata - perché ama il tedesco, la Germania e quella città. Qui ha trovato un lavoro gratificante per una multinazionale del settore trasporti e logistica, ha un ruolo importante che le consente di conciliare la sua passione, il suo lavoro e il suo titolo di studio». Berlino lei l'ha scelta dopo l'Erasmus e lì ha trovato occasioni che forse in Italia non avrebbe avuto. Il suo paese da laggiù le sembra «immobile», il paese dei dinosauri e non è una bella immagine. Meglio andare via dove il tempo corre più veloce. «Una ragazza luminosa e vitale, che ha deciso di costruirsi da sola il suo futuro». Ci è riuscita, tutto da sola sin dai tempi dell'università.

L'aspettavano anche le amiche a Sulmona, sempre in contatto sui social. «Siamo disperate, nello sconforto, e non vogliamo credere che Fabrizia non ci sia più. Fino alla fine vogliamo pensare che domani (oggi, ndr) sarà qui con noi, a Sulmona, a ridere e scherzare». La madre e il fratello si sono messi in viaggio non appena sono stati trovati il cellulare e la tessera delle metropolitana di Fabrizia sul luogo della strage. «Certo la Farnesina non ci ha aiutati molto - racconta il cugino Francesco - non ci hanno neanche aiutato a trovare un aereo per il trasferimento dei genitori a Berlino». E l'altra cugina, Emiliana: «Non ci sono ancora certezze, anche se ci hanno confermato che Fabrizia non è tra le persone ferite». Il silenzio parla più delle dichiarazioni ufficiali, in questo caso. Il silenzio di quel telefono che non squilla, di Fabrizia che oggi non valicherà la sua Valle Peligna dove era attesa. A Sulmona e a Contursi Terme, in Abruzzo e in Campania, si prega fino all'ultimo.