Tangenti in Lombardia, 14 arresti: nel mirino anche appalto trenino Malpensa

Tangenti in Lombardia, 14 arresti: nel mirino anche appalto trenino Malpensa
Lunedì 3 Ottobre 2016, 12:40 - Ultimo agg. 5 Ottobre, 22:29
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La Gdf di Milano ha eseguito 14 arresti tra cui quelli di un dirigente di una società controllata da Ferrovie Nord nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Dda di Milano con al centro l'acquisizione di sub-appalti di opere pubbliche in Lombardia. Tra le commesse anche quella relativa alla linea ferroviaria che collega il terminal 1 al terminal 2 di Malpensa. Tra i reati, l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione.

Nell'ambito dell'operazione Underground, coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Milano Ilda Boccassini e dal pm Bruna Albertini, il Nucleo di polizia tributaria della Gdf ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Alessandra Simion a carico di 14 persone, accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata «alla commissione di reati di corruzione diretta all'acquisizione di subappalti di opere pubbliche realizzate in Lombardia».

Contestati anche reati di natura fiscale, per presunta «utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti» e «indebite compensazioni», e poi ancora la truffa ai danni dello Stato, la bancarotta fraudolenta, l'intestazione fittizia di beni e complessi societari e la «illecita concorrenza realizzata attraverso minaccia e violenza». Stando alle indagini, la presunta associazione per delinquere sarebbe stata composta da vari imprenditori «avvalendosi di diverse società operanti nel settore dell'edilizia», anche intestate a prestanome e apparentemente prive di legami tra loro.

Gli approfondimenti di indagine, con una complessa attività di polizia giudiziaria e tributaria, hanno portato all'accertamento anche di presunte violazioni di natura penale e tributaria e di «attività distrattive del patrimonio di alcune società coinvolte, in relazione alle quali - come spiega la Gdf - il Tribunale ha dichiarato il fallimento» con ipotesi di bancarotta per i «titolari di fatto». Numerose perquisizioni sono in corso e nel blitz sono impegnati oltre 100 finanzieri.

Avrebbe millantato alcuni contatti e conoscenze «anche a livello romano» nei suoi rapporti con imprenditori, Alessandro Raineri, presunto «faccendiere bresciano» arrestato, assieme ad altre 13 persone, nell' inchiesta milanese con al centro l'acquisizione di subappalti di opere pubbliche in Lombardia.

L'indagine avrebbe svelato una rete di «complicità e relazioni con soggetti operanti nel settore finanziario, economico ed imprenditoriale» che si sarebbe sviluppata a seguito dell'attività di Raineri, «uomo 'a libro pagà degli imprenditori, ed in contatto con numerosi esponenti di diverse amministrazioni ed enti pubblici».

Raineri si sarebbe anche «reso protagonista di diversi episodi di millantato credito, ricevendo dagli imprenditori appartenenti al sodalizio» soldi «a fronte del suo asserito interessamento a livello istituzionale» per la «risoluzione di loro problemi di varia natura».

Tra le gare in subappalto al centro dell'indagine, la più rilevante è quella del prolungamento ferroviario dal T1 al T2 - 3,6 chilometri per un costo di 115 milioni - e finanziato in parte con i fondi europei.
In particolare 45 milioni dal ministero Infrastrutture e Trasporti, 31 milioni da Regione Lombardia, 23 milioni da contributi Unione Europea, 16 milioni da Sea. Una gara data in appalto fa Fnm, vinta da Itinera, del Gruppo Gavio, e poi data in subappalto al gruppo di imprenditori bergamaschi e calabresi arrestati che, questa è l'ipotesi, dopo aver versato tangenti e utilità a Lonardoni, avrebbero ottenuto agevolazioni nell'aggiudicazione dei lavori. Riguardo a questo capitolo dell'inchiesta un anno fa le Fiamme Gialle acquisirono documentazione nella sede di Ferrovie Nord Milano.



Intanto la società Itinera prende le distanze: «I lavori in subappalto - è scritto in una nota - sono stati affidati da Itinera nel pieno rispetto delle procedure di legge ad imprese regolarmente autorizzate ai sensi della vigente normativa antimafia»
 
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