Tecnico rapito, mamma disperata: «Ai clandestini 42 euro al giorno, mio figlio è dovuto emigrare»

Gianluca Salviato
Gianluca Salviato
di Nicola De Rossi
Sabato 9 Agosto 2014, 09:12 - Ultimo agg. 09:13
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MARTELLAGO - «Ai clandestini 42 euro al giorno, ai delinquenti 8, ai nostri disoccupati zero: mio figlio in Libia non voleva andarci, ma per lavorare non ha avuto scelta e guardate cosa gli è successo». È uno sfogo disperato e sdegnato contro «il nostro Stato, i nostri politici», quello che affida a una lettera Gelsomina Bergamo, anziana mamma di Gianluca Salviato, il 48enne tecnico impiantista di Martellago, diabetico, rapito a Tobruk il 18 marzo e di cui non si sa più nulla.



«Sono disperata ma ora anche arrabbiata» spiega la mamma: «Anche il mio secondogenito, tecnico pure lui, ha perso il lavoro e a ottobre finirà la mobilità: dovrà partire per l’estero anche lui? Questo Stato è vergognoso. Se poi gli abitanti di questo Paese diventano razzisti - accusa - è solo per colpa di chi governa l’Italia».