Terremoto, neve sui paesi del sisma: «Allevatori abbandonati»

Terremoto, neve sui paesi del sisma: «Allevatori abbandonati»
di Italo Carmignani
Venerdì 6 Gennaio 2017, 09:38 - Ultimo agg. 10:22
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dal nostro inviato
USSITA Segna ventuno, mettici un meno davanti e comincia tremare. Non è un calendario e non sono giorni, ma è un termometro e sono gradi. Normale, dalle parti di Castelluccio di Norcia o di Amatrice, di Arquata del Tronto o di Ussita, tanto per citare quelle zone dove la terra si è accanita con le scosse e ora cielo manda la neve sopra le rovine. «Certo, normale se il sisma non avesse scoperchiato le stalle e non avesse lasciato noi senza un tetto. Io non tremo, perché la temperatura bassa non mi fa paura e neanche la neve, ma lo fanno il vento e il ghiaccio». Salvatore Coccia parla piano, alleva pecore in Valnerina, e se una volta guardava il cielo per capire, ora lui guarda l'azzurro del telefonino, colore dell'applicazione del meteo in diretta. E quell'azzurro non promette niente di buono. Ma attenzione: l'emergenza sarà il ghiaccio. Perciò s'appella il sindaco Ussita, Marco Rinaldi: «Ci servono urgentemente delle stalle dove ricoverare il bestiame dei nostri allevatori. Servirebbero dei container o delle roulotte per gli stessi allevatori - aggiunge - così da permettere loro di restare vicino al bestiame e non fare i pendolari dal mare».

SOS DEGLI ALLEVATORI
Quasi a voler accanirsi contro chi ha già pagato un conto altissimo, la natura annuncia previsioni di freddo e gelo per tutta la parte del paese colpita dai terremoti del 2016. E quasi a voler sbeffeggiare chi la neve l'aspetta come la manna, le zone del terremoto saranno le uniche in Italia (oltre al Sud) a subìre la perturbazione: sulle Alpi, nisba, solo prati e gelo. Luciano detto il Biccio aveva un negozio appena sotto Arquata: «Una volta si diceva: sotto l'acqua la fame, sotto la neve il pane», dice. Perché la neve non scivola via dai campi, l'acqua sì. Se gli sfollati sono più o meno al sicuro tra alberghi, seconde case e primi moduli, il problema è agricolo. E la Coldiretti non usa giri di parole: «Con le temperature a picco e l'aumentare dei disagi per le aziende è importante l'arrivo e il completamento delle strutture previste dal decreto varato dal Governo, risolvendo anche i problemi dell'allaccio di energia e acqua, così da permettere la continuità dell'attività di allevamento e, con essa, la ripresa dell'economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo». Chiaro?

GLI AIUTI DAL CONGO
Gli appelli, comunque, funzionano: un regalo su tre di gastronomia veniva dalle parti delle zone del sisma. Che fossero lenticchie raccolte prima delle scosse, oppure prosciutti o formaggi. Fino a domenica 8 gennaio i produttori marchigiani saranno ospitati nel mercato di Campagna Amica in piazza Navona, a Roma. Un'iniziativa promossa dalla Coldiretti in collaborazione con il Codacons. In vendita anche il Cacio amico, il formaggio fatto con il latte delle stalle terremotate. Qualche giorno fa un paese dell'Africa in cui il caldo domina l'anno ha annunciato di avere raccolto fondi per i terremotati di Norcia. Il paese è il Congo e viste le temperature di questi giorni come il reddito pro capite, fa tenerezza. Era già successo con il Nepal, dove però conoscono bene sia il sisma che il freddo.

VIABILITÀ, BEFANA DI GHIACCIO
La viabilità ancora regge. Neve segnalata su alcune strade umbre a ridosso del versante marchigiano dell'Appennino e su gran parte del Molise dove le condizioni del tempo dovrebbero peggiorare ulteriormente nelle prossime ore con venti forti da nord e un brusco calo delle temperature. In Abruzzo freddo e nevischio anche sulla costa. Codice rosso sull'autostrada A14 per una intensa nevicata che ha portato a disporre lo stop ai mezzi pesanti nel tratto compreso tra i caselli di Atri-Pineto e Pescara Sud-Francavilla, in entrambe le direzioni. Per ora però si circola. In molti paesi colpiti dal sisma non abita più nessuno. Uno è Castelluccio di Norcia. Da qui viene un altro Coccia, Enrico: «Ci hanno trovato una sistemazione, ma a Castelluccio io voglio tornare, qualcosa devono pur inventarsi». Miele per le orecchie di chi vive e amministra da quelle parti. «Non è l'emergenza la parte più complicata - spiega il sindaco Norcia, Nicola Alemanno - ma quanto viene dopo, ovvero la ripresa e la ricostruzione. Ma abbiamo fiducia nel presidente Mattarella, non ci ha mai abbandonato». Stesso auspicio per Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice: «Conosciamo l'inverno, non conoscevamo il terremoto. Ma non ci siamo mai fermati e non ci fermeremo». Intanto nevica. Chissà se in primavera sotto ci sarà il pane.