Toyota respinge l'assalto Volkswagen:
nel 2014 entrambe sopra i 10 milioni di auto

Il numero uno della Toyota Akio Toyoda, un grande appassionato di corse
Il numero uno della Toyota Akio Toyoda, un grande appassionato di corse
di Nicola Desiderio
Lunedì 26 Gennaio 2015, 11:15 - Ultimo agg. 1 Febbraio, 17:09
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BRUXELLES - Sorpasso rimandato, per un’inezia. Ma il prossimo giro potrebbe essere quello buono. Toyota infatti è ancora il primo costruttore mondiale nel 2014 e Volkswagen è distante solo 90mila unità: 10,23 milioni della giapponese contro 10,14 di Wolfsburg che però è cresciuta del 4,2% contro il 3% di Nagoya che prevede inoltre di calare la produzione dell’1% nel 2015. Lo dicono i dati ufficiali diramati dai due costruttori che spazzano via ogni illazione compiuta nelle scorse settimane.



Solo 90mila pezzi di differenza. Viene rovesciata dunque la valutazione comunicata da Focus2Move qualche giorno fa, basata su dati aggregati provenienti da tutto il mondo, che assegnava al gruppo tedesco 9,92 milioni di unità contro i 9,81 di quello nipponico con un vantaggio di 110mila unità. D’altro canto, Volkswagen annuncia ufficialmente di avere raggiunto e superato per la prima volta i 10 milioni, anticipando di 4 anni l’obiettivo fissato per il 2018, e che la casa madre ha anch’essa battuto tutti i record di vendita passando per la prima volta la soglia dei 6 milioni, raddoppiando di fatto i propri volumi in 10 anni e spingendo per la prima volta un costruttore europeo oltre la doppia cifra.



Strategie diverse, terreni diversi. Il marchio Toyota rimane tuttavia distante perché degli 10,23 milioni di unità, 9,15 hanno sul cofano le Tre Ellissi o la L nell’Ellisse di Lexus i cui volumi viaggiano poco al di sopra del mezzo milione. Vanno poi aggiunte le 915mila unità (+5%) di Daihatsu e le 168mila (+4%) di Hino, marchi regionali che denotano strategie totalmente diverse tra i due colossi. Il gruppo tedesco ha più gambe e su di esse le responsabilità è meglio ripartita. Audi con 1,74 milioni cresce del 10,5%, Skoda ha passato per la prima volta il milione (1,04 per la precisione) guadagnando il 12,7% e anche Seat, da tempo sotto osservazione, ha messo a segno un +10% arrivando a 390mila pezzi. Ma l’aumento più consistente è di Porsche con 189.800 unità, +17,1%.



Numeri uno, il metro di giudizio. Diversa anche la ripartizione territoriale per produzione e vendite. I tedeschi piazzano quasi 4 milioni di unità in Europa, considerando anche i mezzi commerciali, vanno oltre questa soglia nei paesi orientali e in particolare in Cina che rappresenta per il gruppo di Wolfsburg la sua seconda casa. Toyota invece vende 2,3 milioni (+1%) in Giappone e poco di più negli USA (2,37 milioni, +6,2%) dove invece Volkswagen è ancora in ritardo evidente sulla tabella di marcia: 600mila unità, con un leggero arretramento (-2%) sul 2013, su un totale di poco meno di 900mila in tutto il Nordamerica. Le contromisure comunque sono pronte e gli investimenti annunciati a livello globale davvero immensi: 85,6 miliardi di euro da qui al 2019. E Toyota? Essere “ichi ban” (“numero uno” in giapponese) non sembra interessarla più di tanto, anzi sembra voler dire «si accomodi» alla concorrente per tornare a fare quello che sa fare meglio: profitto, senza badare troppo ai numeri di vendita.





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