Uccisi a colpi d'ascia,
figlio e amico restano in cella

Uccisi a colpi d'ascia, figlio e amico restano in cella
Sabato 14 Gennaio 2017, 09:27 - Ultimo agg. 11:17
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PONTELANGORINO (FERRARA). «Resterete nel mio cuore per sempre». Si conclude così il post su Fb di Alessandro Vincelli, pubblicato poco dopo l'una di ieri quando si erano appena conclusi gli interrogatori del fratellastro Riccardo, 16 anni, e dell'amico Manuel, 17enne, la coppia di giovani killer arrestata per avere ucciso a colpi di accetta Salvatore Vincelli, ristoratore di 59 anni, e la moglie Nunzia Di Gianni, 45, genitori di Riccardo, ma anche di Alessandro, nato dal primo matrimonio di Salvatore.

Alessandro, che vive e studia a Torino, ha perso il papà e anche la seconda mamma, come ricorda nel post su Fb. «Addio papà, addio Nunzia, sei stata una seconda madre, avete sempre lavorato duramente e avete cercato di dare a Riccardo tutto quello che potevate dargli. Resterete nel mio cuore per sempre». Sotto una pioggia di «mi piace» e tanti commenti di condoglianze e vicinanza per una tragedia così grande, nessuna pietà per Riccardo («deve pagare», dicono i più) e tanti post per togliere dal canile Zac, il labrador della coppia assassinata.
Alessandro, che ha raggiunto Pontelangorino con le zie (due sorelle di Salvatore), ha già fatto rientro a Torino e, a chi ha cercato di contattarlo, ha riferito di non voler «dire niente». Un dolore muto per giorni, poi ieri il messaggio su Facebook a metà tra un ricordo e un arrivderci, come il titolo della canzone che accompagna il post, See you again. Alessandro era di casa a Pontelangorino, veniva spesso a trovare il papà ed aveva un rapporto speciale con Riccardo (era «il fratellone»), spesso andando insieme al ristorante di papà Salvatore, «La Greppia», nella vicina San Giuseppe di Comacchio. Sono dieci chilometri di distanza da Pontelangorino ma ci sono anni luce tra i due centri: la frazione di Codigoro appare depressa, agricola, canali che tagliano campi con serre basse di fragole, via via di camion di ortofrutta tra file di villette intervallate da case diroccate o tirate su alla meglio, poco più di là, nella valle di Comacchio ristoranti pieni, centri commeriali ricchi, case pensate da architetti. Dappertutto cani e gru rosa di ceramica in giardino o davanti ai portoni. E spesso Alessandro lasciava la sua Torino per arrivare qui e si vedeva che era un «forestiero». «Era l'unico a rispettare i limiti di velocità, se c'era scritto 50 sul segnale, con l'auto andava a 50, ma qui nessuno rispetta i limiti» dice un amico di Pontelangorino. A Torino, Alessadro studia cinema come ha scritto su Fb. La famiglia ha chiesto che i funerali siano celebrati nel capoluogo piemontese in forma privata, senza tv e clamori. Le esequie non sono ancora fissate. Si devono ancora svolgere le autopsie.

Ieri sono stati convalidati gli arresti e il gip ha disposto per entrambi la custodia cautelare in carcere: Manuel verrà trasferito in un carcere minorile di Bologna, Riccardo in una struttura del Torinese dove ci sono gli unici parenti che gli sono rimasti. In mattinata Manuel ha incontro i genitori, Rudy e Monica, per mezz'ora, tante lacrime e parole di sostegno. «Ti vogliamo bene lo stesso e non ti abbandoniamo» hanno detto i genitori a Manuel. La mamma piangendo ha aggiunto: «Si è pentito». Davanti alla loro casa di Caprile, frazione di Codigoro, prima di partite per Bologna hanno lasciato un cartello: «A casa non c'è nessuno, allarme acceso». L'avvocato Lorenzo Alberti Mangarani Brancuti aveva chiesto i domiciliari o l'affidanento in comunità, non accolte dal gip Luigi Martello, che ha deciso per la misura più dura del carcere come chiesto dal pm Silvia Marzocchi che aveva puntato sul pericolo di reiterazione del reato per entrambi, «Manuel ha alternato momenti di lucidità ad altri di pianto a dirotto e mutismo - dice il legale - stiamo valutando di procedere con la perizia psichiatrica». A incontrare Riccardo non c'erano le zie, due sorelle del padre, ma il suo avvocato Gloria Bacca: «Il ragazzo è molto provato, pentito, dispiaciuto». Ieri, a quattro giorni dal delitto dei genitori, è scoppiato in un pianto liberatorio. Anche per lui la difesa pensa a una consulenza psichiatrica.


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