L'avvocato conferma che la donna le aveva rivelato che «quando erano in Germania, negli anni Settanta, il marito l'avrebbe costretta ad abortire due volte perché non era il momento di avere figli, ma di lavorare». Inoltre Vincenzina Ingrassia «aveva l'intenzione di divorziare dal marito, ma lui la bloccava sempre dicendole: 'Tu di qui non ti muovi'». «È una casalinga - conclude l'avvocato Cuscunà - che ha sopportato violenze e vessazioni e che è esplosa in quel gesto estremo».
Delle violenze subite ha parlato la stessa Ingrassia, che agli inquirenti ha raccontato: «Mi chiamava lurida mula».
La donna si era anche rivolta a un consultorio familiare per cercare di salvare il suo matrimonio, mentre sugli abortiprovocati dal martio è emerso un dettaglio agghiacciante: «Salì sulla mia pancia e mi diede tante di quelle botte che persi il mio bambino».