Domani, quindi, dopo le sue parole comincerà l'attesa per una sentenza o per un'ordinanza, qualora i giudici, presieduti da Enrico Fischetti, dovessero decidere di accogliere l'istanza di ripetizione dell'esame del Dna trovato sul corpo della ragazza uccisa che secondo gli accertamenti scientifici appartiene a Massimo Bossetti. La Corte potrebbe altrimenti uscire con la conferma dell'ergastolo inflitto in primo grado oppure con un aggravamento della pena di sei mesi di isolamento diurno perchè, come chiesto dal sostituto pg Marco Martani, deve essere condannato anche per la calunnia ai danni di un suo collega di lavoro verso il quale avrebbe cercato di indirizzare le indagini.
Per questo reato il muratore era stato assolto in primo grado ma il pm di Bergamo Letizia Ruggeri aveva impugnato la sentenza.
Oppure, sulla scorta di quanto emerso dagli atti del processo bergamasco e dalla discussione in aula a Brescia, i giudici potrebbero decidere di assolverlo, come chiesto in modo anche veemente dai suo difensori, Claudio Salvagni e Paolo Camporini. I difensori hanno infatti provato a introdurre elementi nuovi, compresa una fotografia del campo di Chignolo in cui fui trovato il corpo che metterebbe in dubbio il fatto che il cadavere della tredicenne sia rimasto lì per tre mesi, come ricostruito dall'accusa. Un elemento che aveva causato dure reazioni delle parti civili: «È una foto tarocchissima», aveva esclamato uno degli avvocati della famiglia Gambirasio, Andrea Pezzotta. Quell'elemento, è ancora «su judice»: la Corte aveva consentito infatti che se ne parlasse in aula, precisando, però, che si riservava di valutarne l'ammissione nel fascicolo che, allo stato, «è quello di primo grado».