Yara, parla la difesa: Bossetti non l'ha uccisa, ecco perché

Yara, parla la difesa: Bossetti non l'ha uccisa, ecco perché
Giovedì 26 Maggio 2016, 19:19 - Ultimo agg. 27 Maggio, 19:48
2 Minuti di Lettura
«Nessuna certezza» per i difensori che il furgone inquadrato da tre telecamere riprenda Bossetti vicino al centro sportivo il giorno della scomparsa di Yara. Così come «non basta la compatibilità, che non è assoluta certezza», con le fibre e le piccole sfere metalliche trovate sul corpo e gli indumenti della vittima; sfere particolarmente diffuse nel campo dell'edilizia e fibre che invece hanno gli stessi colori della tappezzeria del furgone dell'imputato. Ma è sul Dna - «faro» dell'inchiesta, come lo ha definito l'accusa - che si gioca davvero il destino di Bossetti.

È la traccia biologica trovata sui leggings e gli slip della vittima - una traccia mista del Dna di Yara e di 'Ignoto 1' identificato come Bossetti - la prova che ha permesso di stringere le manette ai polsi del muratore. Un elemento su cui c'è un'incongruenza: il Dna mitocondriale (identifica la linea di ascendenza materna) non corrisponde a quello dell'imputato. Un'anomalia riconosciuta dal pm Ruggeri, che a suo dire «non inficia» il resto: il Dna nucleare è dell'imputato e solo quello ha un valore forense. Per i legali l'assenza del Dna mitocondriale invalida la prova scientifica. «Non si può tener per buono solo una parte di un risultato controverso», sottolinea l'avvocato Salvagni.

Le bugie de 'Il Favolà, l'accusa ha marcato più volte la tendenza di Bossetti a dire fandonie - deve anche rispondere di calunnia per aver accusato un ex collega del delitto -, «non lo rendono un assassino», così come le ricerche pornografiche sui computer di famiglia - successive alla morte di Yara - «non costituiscono una prova».
L'imputato «non ha mai tentato la fuga al momento dell'arresto» e anche la corrispondenza con la detenuta Gina, «non è né un'ammissione di prova, né un indizio». L'imputato e la vittima non si conoscevano, lo afferma la stessa accusa, e per la difesa, a cui basta insinuare il dubbio nella giuria, «quella traccia biologica, anomala, non basta a condannare un uomo. Dove sono gli indizi gravi, precisi e concordanti?». Dopo l'arringa dei difensori, la prossima udienza per repliche e controrepliche è in calendario il 10 giugno prossimo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA