New York, bambini bulli? Vanno in galera i genitori

L'edificio scolastico di North Tonawanda
L'edificio scolastico di North Tonawanda
di Anna Guaita
Martedì 10 Ottobre 2017, 21:05 - Ultimo agg. 11 Ottobre, 20:12
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NEW YORK – A North Tonawanda, le colpe dei figli ricadono sui genitori. Nella cittadina nel nord dello Stato di New York è stata approvata una legge che dovrebbe ridurre i casi di bullismo a scuola. La legge stabilisce che se uno studente si macchia di un atto di bullismo per almeno due volte nell’arco di 90 giorni, la responsabilità ricadrà sui genitori che saranno condannati a due settimane di prigione e al pagamento di una multa di 250 dollari.
 
La legge è stata fortemente voluta da un gruppo di genitori guidati dalla signora Victoria Crago. Il figlio della signora Crago, un bambino in terza media, era stato aggredito da un altro ragazzino lo scorso maggio. L’attacco era stato particolarmente violento e la signora ha deciso di organizzare un movimento antibullismo. Ha trovato terreno fertile anche perché la cittadina, che ha 35 mila abitanti, stava subendo un’ondata di vandalismo da parte di una banda di ragazzini neanche tredicenni. La polizia era impotente: con bambini di quell’età, la legge non prevede punizioni.
 
Ecco dunque l’idea di tirare in ballo i genitori. Approvata all’unanimità dal consiglio comunale, la legge stabilisce che saranno papà e mamma a doversi assicurare che i figli al di sotto dei 16 anni obbediscano alle direttive comunali. E le direttive sono nette: divieto totale di compiere atti di bullismo, e divieto di star fuori non accompagnati oltre le 23 nei giorni di scuola e oltre le 24 nel week end. Se un ragazzino violerà queste regole per almeno due volte nell’arco di tre mesi, saranno i genitori a essere puniti.
 
Il provveditore agli studi della contea, Gregory Woytila spiega: «Speriamo proprio di non dover ricorrere a questa legge. Ma se ci trovassimo davanti a casi estremi, non esiteremo». L’avvocato del comune, Luke Brown, aggiunge: «E’ nostro desiderio portare il problema all’attenzione di genitori che magari non sono consapevoli che il problema esiste». Le statistiche nazionali sono infatti chiare, quasi il 30 per cento dei bambini delle scuole medie denuncia di essere stato oggetto di bullismo.
 
Gli esperti di legge non sono sicuri che la decisione di North Tonawanga sia costituzionale. E tuttavia non è la prima volta che una cittadina americana ricorre a simili leggi. Quattro anni fa, Plover, nel Wisconsin, ha adottato un simile provvedimento. Il capo della polizia, Daniel Ault racconta oggi come l’approvazione di una legge così severa si sia rivelata cruciale per risolvere la situazione, tanto che non c’è stato mai bisogno di imprigionare dei genitori: «La legge ha fatto clamore, e così abbiamo ottenuto l'attenzione della comunità. Non abbiamo detto ai genitori come dovevano educare i loro figli, abbiamo detto loro semplicemente di educarli!»
                                                                                                                                                                                                
 
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