Bangladesh, spari in un ristorante a Dacca: feriti e ostaggi, tre morti. L'Isis rivendica

Bangladesh, spari in un ristorante a Dacca: feriti e ostaggi, tre morti. L'Isis rivendica
Venerdì 1 Luglio 2016, 19:22 - Ultimo agg. 5 Luglio, 11:01
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Sette italiani sono tra le decine di ostaggi - tra i 20 e i 60 - presi da un commando jihadista che ha assaltato ieri pomeriggio un popolare caffé nella zona diplomatica della capitale Dacca. L'ansia è forte, anche per il rischio di eventuali vittime durante un possibile blitz, tanto che il premier Matteo Renzi è rientrato a Palazzo Chigi per seguire la vicenda, in contatto con la Farnesina. È stato l'ambasciatore italiano a Dacca, Mario Palma, a chiarire al TG1 il numero degli italiani coinvolti dopo che per tutto il pomeriggio e la serata di ieri si erano rincorse voci sul numero e la nazionalità di morti - almeno due tra gli agenti - e decine di feriti, 11 in gravi condizioni. Secondo il diplomatico, da parte degli assalitori «non c'è alcuna volontà di negoziare alcunchè» perché si tratta di una «missione suicida» e «vogliono attuare un'azione molto forte e cruenta in cui non c'è spazio per il negoziato». 

 

 

Gli ostaggi italiani sono imprenditori e commercianti del settore dell'abbigliamento, ha precisato l'ambasciatore spiegando che ad allertare la sede diplomatica è stato un connazionale che era nel gruppo di italiani e che al momento dell'assalto era uscito nel giardino del locale per fare delle telefonate. Ora lui, ha riferito ancora l'ambasciatore, «è stato tirato fuori». L'attacco è cominciato intorno alle 21 locali (le 17 italiane), quando un commando di una decina di persone è entrato in azione all'Holey Artisan Bakery, un caffé-pasticceria nel quartiere di Gulshan, frequentato dai diplomatici, stranieri e middle-class locale. Subito è scattata l'allerta della polizia, che ha bloccato la zona.

Un impiegato del locale riuscito a fuggire sul tetto ha raccontato che «cinque assalitori hanno fatto irruzione armati di pistole e machete ed hanno lanciato bombe, al grido di 'Allah uh Akbar' (Allah è grande), scatenando il panico tra le persone». Altri testimoni che sono scappati hanno detto di avere visto «molti corpi a terra», anche se non hanno potuto sostenere che si trattasse di cadaveri. L'Isis ha rivendicato l'assalto, attraverso l'agenzia Amaq, che gli fa da megafono, sostenendo che 24 persone di diverse nazionalità sono rimaste uccise. Quindi ha rilanciato, promettendo nuovi attacchi per la festa dell'indipendenza degli Usa, il 4 luglio, negli aeroporti di Heathtrow (Londra), Los Angeles e Jfk (New York). La Farnesina, fin dall'inizio, «non ha escluso la possibilità» di italiani prigionieri, e con il passare delle ore questo timore si è fatto via via più concreto.

Tanto che il ministro Paolo Gentiloni ha twittato: «Seguo momento per momento la situazione a Dacca. Ansia per gli italiani coinvolti, sono vicino alle famiglie». La tv all news indiana India Today ha parlato addirittura di due italiani morti, ma senza citare fonti. E nel caos delle testimonianze, un media di Dacca ha citato la preside di una scuola americana, Ann Walsh Imdad, secondo cui il commando avrebbe ucciso i due dipendenti italiani del caffé, «il panettiere e la moglie». Secondo il responsabile dell'Holey Artisan, invece, il panettiere è riuscito a mettersi in salvo. Nella zona, che si trova vicino a molte ambasciate straniere, fra cui quella italiana, sono stati dispiegati reparti di teste di cuoio locali (Rapid action battallion, o Rab). Ma «il blitz non sarà immediato», secondo l'ambasciatore Palma che ha ricordato di aver fatto presente ai vari livelli delle autorità di Dacca la preoccupazione del governo italiano perché «qualsiasi opzione della polizia» tenga in considerazione la sorte degli ostaggi.

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