Biden su Gaza, ultimatum a Netanyahu. Ma gabinetto di guerra di Israele: «Terza guerra mondiale possibile»

Telefonata tesissima, i civili palestinesi morti sfiorano oramai quota 35mila (di cui più di 13mila sono bambini)

Biden e Netanyahu
Biden e Netanyahu
di Luca Marfé
Venerdì 5 Aprile 2024, 17:55 - Ultimo agg. 6 Aprile, 09:41
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Ultimatum, «Misure concrete e specifiche, cessate il fuoco immediato».

È questo il passaggio chiave dell’incontro telefonico tra Joe Biden e Benjamin Netanyahu. Una chiamata tesissima, formalmente fondata sulla uccisione dei 7 operatori umanitari di World Central Kitchen, tra cui figurano cittadini occidentali e anche con cittadinanza americana, ma naturalmente incentrata sui civili palestinesi morti in generale, la cui conta sfiora oramai la mostruosa quota di 35mila vittime.

La Casa Bianca non ci sta più. Almeno a parole, per quanto fatichino nel concreto ad arrivare i fatti. Il presidente degli Stati Uniti è alle corde del consenso, con un dissenso popolare interno che fa davvero fatica a contenere. Le manifestazioni di protesta si moltiplicano in tutte le città d’America e lo scempio umano che sta devastando Gaza, oggettivamente, non è più tollerabile. Peraltro si avvicina l’appuntamento elettorale del 5 novembre, con un sondaggio del Wall Street Journal che vede Biden dietro a Trump, talvolta addirittura di 20 punti percentuali e più, in cui l’unica a ostentare ottimismo è la first lady Jill Biden che si dice certa di una rielezione che definisce persino «ovvia».

Ovvia però, evidentemente, solo e soltanto per lei.

Ma il punto vero della questione è il premier israeliano che, ultimatum o non ultimatum, non accenna neanche a nessun passo indietro. E che anzi puntualmente rilancia, con parole e toni ogni giorno un po’ più pesanti. 

«Terza guerra mondiale possibile», dichiarazione testuale del suo gabinetto di guerra, e «Distruggeremo senza pietà i demoniaci artefici del male», altro virgolettato che Netanyahu dedica ad Hamas e all’Iran, con cui la tensione vola alle stelle mentre Teheran giura vendetta per l’attacco alla propria sede diplomatica in Siria.

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Ma la sensazione che fa da sfondo a tutto questo, a questo incommentabile quadro apocalittico, è che dietro alla retorica vuota di Biden e degli Stati Uniti NON ci sia la volontà di fermare nessuna ostilità. E che viceversa, invece, gli Stati Uniti si stiano quasi appoggiando a Israele per perpetrare una precisa campagna in Medio Oriente, sfruttando l’alleato e giocando a salvarsi la faccia. Faccia che, tuttavia, con 35mila morti sulla coscienza, di cui più di 13mila bambini, potrebbero perdere comunque, potrebbero avere perso già.

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