Mosca, omicidio all'ombra del Cremlino: ucciso leader opposizione Boris Nemetsov

Mosca, omicidio all'ombra del Cremlino: ucciso leader opposizione Boris Nemetsov
Sabato 28 Febbraio 2015, 08:17 - Ultimo agg. 1 Marzo, 09:30
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Omicidio politico all'ombra del Cremlino: Boris Nemtsov, storico esponente liberale russo e oppositore irriducibile di Vladimir Putin, è stato barbaramente ucciso stanotte a pochi passi dalla cittadella del potere di Mosca, in un agguato che appare un guanto di sfida sul piano politico, ma potrebbe aprire la strada ad intepretazioni decisametne perfino più pesanti.

La dinamica. Nemtsov, 55 anni, ex vicepremier nella stagione della presidenza Eltsin, è caduto sul ponte Zamoskvoretskiy, di fronte alla basilica di San Basilio e a pochi passi dalla piazza Rossa.

A centrarlo alla spalle, secondo il ministero dell'Interno, almeno quattro colpi di arma da fuoco sparati da uno o più killer che erano a bordo di un'automobile bianca. Secondo la testata online filo-Cremlino LifeNews, si trovava in compagnia di una modella ucraina di 23 anni. Anna Duritskaia. La polizia ne ha confermato la morte poco dopo la mezzanotte locale, mentre ancora le immagini del cadavere riverso sul marciapiede facevano il giro dei media. E la zona si riempiva di agenti, ma anche di giornalisti, politici e gente comune.

A diffondere fra i primi la notizia è stato Iuri Barmin, compagno di lotte politiche di Nemtsov. Mentre tra i dirigenti del partito dell'ucciso è arrivato quasi subito Ilia Iashin, che ha descritto in presa diretta la tragedia all'agenzia Ria-Novosti: «Sfortunatamente, posso vedere con i miei occhi il corpo di Nemtsov sul ponte Zamoskvoretskiy. Vedo il cadavere e vedo tanta polizia». Una scena sinistra, illuminata dalle luci della Mosca notturna e - a distanza - dai riflessi delle cupole colorate di San Basilio.

Boris Nemtsov aveva ricevuto delle minacce sui social network per diversi mesi prima di essere ucciso ieri sera a Mosca. Lo ha rivelato Olga Varkhina, assistente di Nemtsov, all'agenzia di stampa Itar Tass, precisando che, a seguito di un episodio del genere, era stata avvertita anche la polizia. «È successo alla fine del 2014, forse alla fine dell'autunno. Adesso non ricordo la data esatta», ha spiegato Varkhina. La donna ha poi escluso che Nemtsov sia stato ucciso per un atto di gelosia. «Era molto diplomatico e pieno di tatto. Per quanto ne so, aveva un rapporto meraviglioso con i suoi figli e l'ex moglie». «Metà del suo tempo era presa da questioni della regione di Yaroslavl - ha aggiunto - l'altra metà era dedicata ai problemi di livello nazionale e agli affari internazionali».

L'auto che sarebbe stata utilizzata da chi ha ucciso ieri sera a Mosca l'oppositore russo Boris Nemtsov è stata rintracciata dalla polizia non lontano dal luogo dell'omicidio. Lo riferisce la rete televisiva Ren Tv, rilanciata dai siti russi. Si tratta di una Lada Priora di colore bianco con una targa della repubblica caucasica russa dell'Inguscezia.

Il Cremlino. «Boris Nemtsov non rappresentava una minaccia a livello politico per il presidente russo Vladimir Putin». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. «Se prendiamo in considerazione il livello di popolarità di Putin», ha dichiarato, «allora in generale Nemtsov era piuttosto un comune cittadino».

Poroshenko. «Un ponte tra Ucraina e Russia».

Così il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha ricordato il suo «amico» Boris Nemtsov, ucciso ieri sera a Mosca. Un ponte, ha scritto Porosheko su Facebook, che «è stato distrutto da colpi di arma da fuoco di un assassino. Penso che non sia un caso». «Ricordo il suo sorriso, i suoi atti coraggiosi. È una di quelle rare persone che si possono chiamare amico», ha scritto ancora il presidente ucraino. Anche il partito dell'ex premier ucraina Yulia Tymoshenko, Patria, non è rimasto in silenzio è ha condannato «il brutale assassinio» di «uno dei pochi democratici e politici ragionevoli in Russia», che «non aveva paura di criticare il regime di Vladimir Putin».

A conferma del ruolo istituzionale di Nemtsov e dunque della gravità del suo assassinio le reazioni immediate della comunità internazionale, al massimo livello.

Obama. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha chiesto al governo russo di condurre un'«indagine rapida, imparziale e trasparente» sul «brutale assassinio» di Boris Nemtsov. In un comunicato diffuso dalla Casa Bianca, Obama ha affermato che Mosca deve assicurare che vengano giudicati «coloro che sono responsabili» dell'uccisione di Nemtsov.

Merkel. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, è «scioccata dal subdolo omicidio», definito «odioso» dal presidente francese, François Hollande: «Boris Nemtsov - si legge in un comunicato dell'Eliseo - era un difensore coraggioso ed instancabile della democrazia ed un combattente accanito contro la corruzione».

Putin stesso si è affrettato a condannare il delitto come «un crudele assassinio», ma la sua posizione è naturalmente sotto i riflettori, anche per la volontà di porre sotto il suo «diretto controllo» le indagini.

Ambasciatori o rappresentanti in Russia dei Paesi Ue hanno visitato insieme il luogo in cui nella notte è

stato ucciso Nemtsov partendo in un piccolo corteo dalla rappresentanza dell'Ue a Mosca sul lungofiume

Kadascevskaia.

Secondo Mikheil Saakashvili, ex presidente della Georgia intervistato dalla Cnn, Nemtsov stava lavorando ad un rapporto sulle prove del diretto coinvolgimento della Russia nel conflitto in Ucraina. «Non mi sorprende che sia stato ucciso. Mi sorprende che non fosse successo finora», ha detto Saakashvili. Medvedev. «Sono sconvolto dal cinico e feroce assassinio» di Boris Nemtsov. Lo ha scritto il premier russo Dmitri Medvedev in una nota pubblicata sul sito internet del governo. Medvedev ha definito l'oppositore ucciso nella notte «uno dei politici più di talento del periodo delle trasformazioni democratiche» sottolineando che «fino all'ultimo giorno è rimasto un individuo brillante, un uomo di saldi principi che agiva apertamente e coerentemente».

Mattarella. Il presidente Mattarella. I responsabili della morte di Boris Nemtsov, «figura significativa ed autorevole esponente dell'opposizione in Russia», siano «presto assicurati alla giustizia». È l'auspicio espresso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il governo italiano «condanna nella maniera più ferma il barbaro omicidio di Boris Nemtsov e auspica un'indagine accurata che porti alla rapida individuazione e condanna dei responsabili». È quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Il personaggio. Fisico di formazione, padre di quattro figli, Boris Iefomovic Nemtsov era stato indicato nella seconda metà degli anni '90 come un possibile delfino di Boris Eltsin per la successione al Cremlino. Alto, bruno, affascinante, buon oratore, era emerso come una delle figure più spendibili e meno impopolari fra gli allora 'giovani riformatorì della leva ieltsiniana postsovietica.

Già governatore di Nizhni Novgorod, era arrivato a Mosca nel 1997 per ricoprire l'incarico di primo viceprmier nel governo guidato da Viktor Cernomyrdin. Ma quando la crisi del '98 aveva spazzato via gran parte dei giovani liberali, la sua stella aveva cominciato a declinare lasciando spazio a quella che nel giro di un anno sarebbe stata la repentina ascesa di Vladimir Putin, uscito dai ranghi dei servizi segreti.

Fu in quella fase che Nemtsov diede vita all'Unione delle Forze di Destra, una formazione liberale capace ancora di entrare alla Duma. Ma fin da subito si differenziò dagli altri cofondatori, l'ex premier Serghiei Kirienko e l'altro ex vicepremier Anatoli Ciubais, ponendosi in forte e aperta critica nei confronti di Vladimir Putin. Un atteggiamento ulteriormente approfonditosi negli ultimi anni, sullo sfondo di una polemica sempre più dura con il presidente in carica, da lui accusato di autoritarismo e bellicismo.

Oppositore dichiarato in questi mesi anche della politica ucraina del Cremlino, Nemtsov aveva aderito alla manifestazione anti-Putin del primo marzo a Mosca convocata fra gli altri dal blogger Andrei Navalni. Oggi stesso l'ex vicepremier aveva invocato ancora una volta l'unità delle forze di opposizione russe e aveva scritto: «Se siete per la fine della guerra russa con l'Ucraina, se sostenete la fine dell'aggressione di Putin, venite alla marcia di Primavera».

La sua morte ricorda da vicino quella di altre figure scomode della vita pubblica russa. Ed è forse l'omicidio più clamoroso - anche per le inevitabili reazioni in Occidente e i sospetti che è destinato a generare - dall'agguato che il 7 ottobre 2006, sempre a Mosca, costò la vita alla giornalista Anna Politkovskaia.

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