Cina, riapre il dibattito sulla sessualità

RAO GUOJUN/FOR CHINA DAILY
RAO GUOJUN/FOR CHINA DAILY
di Erminia Voccia
Giovedì 29 Ottobre 2020, 18:00
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Il governo di Pechino ha chiesto alle scuole di tenere delle lezioni di educazione sessuale obbligatorie a partire dal 2021. È quanto è emerso il 17 ottobre scorso dal Comitato permanente dell'Assemblea nazionale del popolo. L'emendamento stabilisce che le scuole, compresi gli asili, dovranno condurre delle lezioni per tutti gli alunni, proporzionate all'età, per aumentare la consapevolezza degli allievi e consentire così ai minori di “potersi difendere da abusi e molestie sessuali”. Nonostante Pechino negli ultimi anni abbia emanato una serie di politiche finalizzate a incrementare l'educazione sessuale, metterle in pratica non è stato semplice e l'argomento si conferma un tema complesso da affrontare. Una ricerca della Tsinghua University e della China Family Planning Association ha svelato che tra gli oltre 54mila studenti universitari intervistati solo il 52% ha ricevuto delle lezioni di educazione sessuale. Ma non è ancora chiaro come la modifica alla legge, in vigore dal primo giugno del 2021, verrà applicata.

A volte sarebbero gli stessi genitori a criticare gli insegnanti che si spingono in lezioni giudicate troppo esplicite in merito al tema della sessualità, altre sono i libri di testo ad essere criticati e censurati perché troppo diretti dai papà e dalle mamme.

Le lamentele di un genitore sono state rese note dal canale televisivo Hubei Jinshi, come riferisce il giornale Scmp. «Mia figlia - ha scritto il genitore sui social - è tornata a casa e mi ha raccontato che la sua insegnate le aveva spiegato come avvengono le gravidanze. La docente ha parlato alla classe anche delle differenze tra maschi e femmine. Mia figlia ha solo 9 anni, non è presto per queste cose?». L'insegnante si sarebbe difesa dicendo che tra i docenti c'era una collega incinta e che alcuni bambini avevano fatto delle domande su di lei. La storia è diventata virale sui social cinesi a dimostrazione che l'educazione alla sessualità è un tema ancora molto delicato. Altre volte ancora, i volontari che si propongono alle scuole per l'insegnamento della materia vengono rifiutati. Qualcosa però starebbe cambiando, anche grazie al lavoro delle associazioni, e la richiesta sarebbe in crescita. 

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A detta dell'Unesco, la Cina è ancora indietro rispetto agli standard globali e il Governo sarebbe attento a non favorire cambiamenti troppo drastici nel campo dell'educazione, in particolare quella sessuale. Nella Repubblica Popolare l'educazione sessuale non era obbligatoria nei primi 9 anni di studio ed era invece opzionale al college, dove era stata ridotta a un unico semestre. Fino a questo momento sono state le ONG a portarla avanti, come alcune scuole che hanno avviato progetti pilota. Adesso, si discute delle linee guida internazionali che dovrebbero essere adattate alle scuole o se invece verrà preferita una "educazione sessuale con caratteristiche cinesi”. L'educazione sessuale, infine, è essenziale per evitare la trasmissione dell'HIV, che minaccia in particolare le nuove generazioni di cinesi. 

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