Colombia, a sorpresa vince il 'no' al referendum sugli accordi di pace con le Farc

Il presidente colombiano Juan Manuel Sntos
Il presidente colombiano Juan Manuel Sntos
di Paola Del Vecchio
Lunedì 3 Ottobre 2016, 08:14 - Ultimo agg. 11:48
2 Minuti di Lettura
Madrid. La Colombia si è risvegliata divisa e con un futuro pieno di incognite per il no a sorpresa al referendum di ratifica dell'accordo di pace con il gruppo guerrigliero delle Farc, che doveva mettere fine a 52 anni di conflitto armato. Per soli 57mila voti ha vinto il 'no', con un margine strettissimo fra il 50,2% contrari e il 49,8% a favore, nella consultazione che ha segnato un'astensione record di oltre il 60% degli aventi diritto al voto. A riconoscere la sconfitta, del tutto imprevista dai sondaggi, è stato nella notte il presidente della Repubblica, Juan Manuel Santos, in breve discorso alla nazione, in cui ha assicurato che non rassegnerà le dimissioni, ma lotterà "fino all'ultimo giorno" del suo mandato per la pace. "Cercherò il dialogo con tutte le forze politiche, in particolare quelle che si sono espresse per il no, per ascoltare e aprire uno spazio per la pace", ha detto il presidente, riferendosi senza nominarlo al suo precedessore, Alvaro Urribe, del Centro Democratico, il principale oppositore degli accordi di pace chiusi all'Avana dopo 4 anni di negoziati. "La pace è entusiasmante, gli accordi deludenti", aveva dichiarato l'ex presidente al momento di inserire il suo voto nelle urne.

Il 'no' al referendum lascia ora in stand by le condizioni politiche del disarmo delle Farc, che prevedevano per gli ex guerriglieri la possibilità di partecipare alla vita politica. Santos ha assicurato che il cessate il fuoco e l'intesa firmata con il leader delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia, Rodrigo Londono 'Timochenko', resterà vigente. Ma il voto ha reso evidente la divisione dei colombiani e la sfiducia nei confronti dei membri dell'ex guerriglia, che nemmeno la verifica della distruzione di 600 chili di esplosivo, fatta dall'Onu alla vigilia del plebiscito,  è riuscita a mitigare.

 "Ho 62 anni e ho vissuto ogni anno della mia vita in conflitto. Avevamo la speranza di poter dare alle nuove generazioni un paese migliore", la reazione fra le lacrime di José Ribera, un professore universitario di 62 anni, che come la metà della popolazione aveva sperato nella nuova stagione di pacificazione sociale e fine della violenza aperta dagli ultimi quattro anni di duri negoziati avviati all'Avana.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA