Corea del Nord, Trump: «L'era della pazienza strategica è finita»

Corea del Nord, Trump: «L'era della pazienza strategica è finita»
Lunedì 6 Novembre 2017, 08:23 - Ultimo agg. 16:54
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«L'era della pazienza strategica con la Corea del Nord è finita»: lo ha detto il presidente Usa Donald Trump, in conferenza stampa con il premier nipponico Shinzo Abe.

«Gli Stati Uniti rimarranno al fianco del Giappone per fronteggiare qualsiasi minaccia della Corea del Nord». Lo ha affermato il presidente Usa Donald Trump durante la conferenza col premier giapponese Shinzo Abe a Tokyo. Il capo del governo nipponico ha annunciato un'espansione delle sanzioni unilaterali contro il regime di Pyongyang, e ribadito che aderisce all'idea di Washington di considerare ogni opzione valida contro la Corea del Nord.

Donald Trump si veste da commander in chief e manda dal Giappone, la prima tappa del tour asiatico, il più fermo dei moniti, diretto esplicitamente ai «dittatori», ammonendo di «non sottovalutare gli Stati Uniti». Il presidente degli Stati Uniti torna così a fare la voce grossa e subito la Corea del Nord risponde piccata, minacciando una «punizione spietata» contro il presidente Trump per gli «stupidi commenti», scrive il Rodong Sinmun, organo del Partito dei Lavoratori. Il botta e risposta a distanza è un deja vu, ma con la differenza che il dossier nordcoreano è al centro di questo cruciale viaggio, i cui risultati su più fronti contribuiranno ad assestare il ruolo degli Usa nel mondo ad un anno dall'elezione del tycoon presidente.

Una prova di diplomazia quindi, che comincia con i riti del sodalizio ormai noto fra Donald Trump e il suo omologo Shinzo Abe. Subito sul campo da golf quindi, a Kasumigaseki, a nord di Tokyo, con il premier giapponese e il campione professionista Hideki Matsuyama. «È uno dei golfisti più forti in circolazione e sicuramente il più conosciuto nella storia del Giappone», aveva anticipato Trump ai giornalisti sull'Air Force One. Come un appuntamento forse preannunciato, o sperata e gradita sorpresa, visto che ad Abe lo lega la passione per il golf, i
due vi si erano dedicati in Florida lo scorso febbraio e il premier giapponese aveva anche regalato una mazza da golf a Trump subito dopo la suo elezione lo scorso novembre. Ma prima delle nove buche Trump e Abe hanno firmato due berretti con la scritta «Donald e Shinzo: per un'alleanza ancora più forte». Un tributo al simbolo della vittoria del tycoon, il cappellino con il suo slogan« rendere l'America di nuovo grande». E poi, come due amici 2.0, tutto su Twitter: si scambiano messaggi, complimenti, video. «L'alleanza tra gli Stati Uniti e il Giappone non è mai stata così solida», ha quindi ricordato Trump.

È la parte più facile questa per il presidente degli Stati Uniti, ma per 'umanizzarè il dossier nordcoreano ci vorrà ben
altro. Ne è consapevole il tycoon anche quando in una intervista televisiva afferma di essere «aperto» alla
eventualità di un incontro con il leader nordcoreano Kim Jong-un. Alla domanda della giornalista Sharyl Attkisson, del programma tv 'Full Measurè, se «considererebbe mai di sedersi» a parlare «con il dittatore», Trump ha risposto che parlerebbe con «chiunque. Non credo che sia una cosa negativa. Sarei certamente aperto a farlo, ma vedremo. Credo sia troppo presto», ha aggiunto. Pyongyang non dimentica però la 'guerra di parolè in cui il presidente Trump ha anche definito il leader Kim Jong-un «un piccolo uomo-razzo». «Nessuno può predire quando Trump farà un atto avventato. L'unico modo di verificarlo è addomesticarlo con assoluta potenza fisica», afferma il Rodong Sinmun. Se gli Usa fanno cattivi calcoli sul Nord con «atti avventati», Pyongyang metterà in atto «punizioni risolute e senza pietà» con la mobilitazione di tutte le forze, scrive in un commento accusando il tycoon di irritare «seriamente»
Pyongyang con le sue parole.

 

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