Ecco la lettera-testamento del gerarca

Ecco la lettera-testamento del gerarca
Venerdì 11 Ottobre 2013, 17:14 - Ultimo agg. 16 Marzo, 02:55
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Signor Priebke, anni addietro lei ha dichiarato che non rinnega il suo passato. Con i suoi cent'anni lo pensa ancora? Si Cosa intende dire con questo? «Che ho scelto di essere me stesso».



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Comincia così la lunga lettera testamento che l'ex capitano delle Ss, Erich Priebke, lasciò in occasione dei suoi 100 anni. Alla domanda se si sentisse ancora nazista, il capitano delle Ss, condannato all'ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine, rispondeva «la fedeltà al proprio passato è qualche cosa che ha a che fare con le nostre convinzioni. Si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali, quello che per noi tedeschi fu la Weltanschauung ed ancora ha a che fare con il senso dell'amor proprio e dell'onore. La politica è un'altra questione. Il Nazionasocialismo è scomparso con la sconfitta e oggi non avrebbe comunque nessuna possibilità di tornare».



Poi la lettera continua: «Io ho conosciuto personalmente i lager. L'ultima volta sono stato a Mauthausen nel maggio del 1944 a interrogare il figlio di Badoglio, Mario, per ordine di Himmler. Ho girato quel campo in lungo e in largo per due giorni. C'erano immense cucine in funzione per gli internati e all'interno anche un bordello per le loro esigenze. Niente camere a gas».



Sempre sulle camere a gas l'ex capitano delle Ss affermava:«A Norimberga sono state inventate un'infinità di accuse. Per quanto riguarda quella che nei campi di concentramento vi fossero camere a gas aspettiammo ancora le prove. Nei campi i detenuti lavoravano, molti uscivano dal lager per il lavoro e vi facevano ritorno la sera. Il bisogno di forza lavoro durante la guerra è incompatibile con la possibilità che allo stesso tempo in quel punto del campo vi fossero file di persone che andavano

alla gasazione. L'attività di una camera a gas è invasiva nell'ambiente, terribilmente pericolosa anche al suo esterno, mortale. L'idea di mandare a morte milioni di persone in questo modo nello stesso luogo dove altri vivono e lavorano è pazzesco».



«In quegli anni terribili di guerra, rinchiudere nei lager popolazioni civili che rappresentavano un pericolo per la sicurezza nazionale era una cosa normale - dichiarava - Nell'ultimo conflitto lo hanno fatto sia i Russi che gli Usa. Questi ultimi in particolare con i cittadini americani di origine orientale».
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