Elezioni Francia, Macron e Le Pen al ballottaggio

Elezioni Francia, Macron e Le Pen al ballottaggio
Domenica 23 Aprile 2017, 20:01 - Ultimo agg. 24 Aprile, 18:50
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Emmanuel Macron avanti con il 23,86%, Marine Le Pen insegue con il 21,43%. Questi i risultati delle elezioni presidenziali francesi quando sono stati scrutinati il 96% dei voti. Dietro ci sono Francois Fillon al 19,94% e Jean-Luc Melenchon al 19,62%. Il 7 maggio al ballottaggio sarà quindi sfida fra il giovane candidato centrista pro Europa Macron e la leader della destra Le Pen. Per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica francese, nessuno dei due candidati dei grandi partiti di centrosinistra - i socialisti - e di centrodestra - i Républicains - va al ballottaggio per l'Eliseo. Alta l'affluenza: sono andati a votare il 78,13% dei francesi, più o meno gli stessi del 2012 (79,48%).





Il ballottaggio per guidare la Francia nei prossimi cinque anni se la giocheranno dunque il 39enne Macron e la 48enne Le Pen. Dalla gauche ai Républicains, già da questa sera, sono arrivate dichiarazioni di sostegno a Macron contro il Front National. Per la prima volta nella storia moderna della Francia, il candidato del partito che ha appena governato il Paese non arriva al secondo turno. «Si volta chiaramente pagina, oggi, nella politica francese», è stato il primo commento di Macron, che ha salutato la folla che lo acclamava.

Da Henin-Beaumont, sua roccaforte, Marine Le Pen ha esortato i suoi a votare per lei, «l'unica grande alternativa» contro Macron, «erede di Hollande». Le Pen ha sfondato la soglia dei 7 milioni di voti, record assoluto per il Front National, una quota mai raggiunta dal partito di estrema destra.

Benoit Hamon, vincitore delle primarie socialiste, crolla al 6,36% ed ammette, senza scuse, una «pesante sconfitta elettorale e una sconfitta morale». Francois Hollande, il presidente precipitato al 5% della popolarità prima di decidere di non ricandidarsi, ha telefonato a Macron per congratularsi della vittoria, questa sera. Poco prima era stato il suo primo ministro, Bernard Cazeneuve, ad assicurare Macron del suo sostegno. Per «sbarrare la strada» a Marine Le Pen, anche l'altro sconfitto, Francois Fillon, rappresentante della destra dei Républicains, ha invitato a votare per l'ex ministro dell'Economia: «Non c'è altra scelta».

Se la gauche si trova davanti alle macerie di un fallimento politico ed elettorale, con un partito che di fatto non esiste
più, non molto meglio sta la destra, tenuta insieme soltanto dalla speranza di arrivare al ballottaggio. Fillon, in un
discorso dai toni sobri molto diverso da quelli aggressivi delle ultime settimane, ha ricordato che la desta deve «rimanere unita» in vista delle elezioni politiche di giugno.

Sconfitto anche Jean-Luc Melenchon, il leader della gauche radicale, La France Insoumise, che come prima reazione ha rifiutato di riconoscere immediatamente la sconfitta invitando tutti a dubitare delle prime cifre e attendere lo spoglio delle grandi città. Per lui si profila comunque un ottimo risultato, attorno al 19%, dopo essere partito da molto più in basso e aver rosicchiato voti al rappresentante della sinistra socialista che non ha convinto, Hamon.

Era un 21 aprile, due giorni in meno rispetto ad oggi, quando nel 2002 il padre di Marine Le Pen, Jean-Marie, lasciò di stucco la Francia e tutto il mondo arrivando inaspettatamente al ballottaggio contro Jacques Chirac, ai danni del primo ministro socialista, Lionel Jospin. Molti vedono in questo 23 aprile una giornata altrettanto storica. Allora, i 15 giorni fra il primo e secondo turno furono un succedersi di manifestazioni «repubblicane» quotidiane, tutta la Francia si allineò dietro Chirac, che trionfò con oltre l'82% dei voti. Stavolta, tutti i sondaggi dicono che non sarà così, le intenzioni di voto al secondo turno hanno dato finora un'oscillazione fra il 60 e il 62% per Macron contro il 38-40% per Marine Le Pen.

Macron, sconosciuto al grande pubblico fino a tre anni fa, punta a diventare presidente nopn ancora 40enne, un altro primato, portando con sé il centrista Francois Bayrou che a lungo, in passato, aveva rincorso proprio l'obiettivo di Macron, quello di affermarsi in alternativa ai due partiti dominanti. Macron contro Le Pen sarà anche futuro con o senza l'Europa, politica del dialogo contro quella del muro attorno alla Francia e della chiusura delle frontiere.

Non c'è stata l'astensione a lungo temuta - l'affluenza è, come per le precedenti presidenziali, attorno all'80% - non ci sono stati attentati o incidenti ai seggi, come si paventava dopo la sanguinosa settimana che ha preceduto queste
presidenziali, un'altra circostanza assolutamente inedita. Le premesse per i prossimi giorni non sono le migliori, con
immediati tafferugli esplosi alla Bastiglia fra studenti anti-Le Pen e polizia subito dopo l'annuncio dei risultati.

Grande festa intanto alla Porte de Versailles, a Parigi, dove sono riuniti i militanti di 'En Marche!', il movimento di Macron. Al momento dell'annuncio delle prime proiezioni, un grande boato: canti, urla («vinceremo!»), poi la Marsigliese e infine fischi quando sul megaschermo è apparsa Le Pen.

È esplosa la gioia anche dei sostenitori di Le Pen nel suo quartier generale non appena sono apparsi i primi dati del primo turno delle presidenziali sui maxi schermi nella sala. Sventolano bandiere tricolore e bandiere blu con la scritta Marine Presidente. I fan della leader frontista hanno intonato la marsigliese e urlato 'On va gagner!', 'Vinceremo!'. E hanno fischiato quando gli speaker televisivi hanno nominato Macron.




 

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