Gaza, tregua dopo 50 giorni di guerra. Firmato cessate il fuoco "illimitato". Usa: sostegno totale all'accordo

Gaza, tregua dopo 50 giorni di guerra. Firmato cessate il fuoco "illimitato". Usa: sostegno totale all'accordo
Mercoledì 27 Agosto 2014, 09:51 - Ultimo agg. 29 Agosto, 11:58
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Tiene l'accordo di cessate il fuoco annunciato ieri fra israeliani e palestinesi con la mediazione dell'Egitto dopo i circa 50 giorni del conflitto di Gaza.

Lo ha confermato un portavoce dell'esercito d'Israele. «Non c'è stato alcun lancio di razzi verso il territorio israeliano e alcun raid aereo israeliano nella Striscia di Gaza», ha detto. La tregua è giunta dopo uno scontro che ha causato 2.143 morti nella Striscia, secondo fonti palestinesi, e 70 (65 militari) sul fronte israeliano.

Netanyahu: «Saremmo felici di vedere le forze di Abu Mazen a Gaza». «Saremmo felici di vedere le forze di Abu Mazen entrare a Gaza»: lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu in una conferenza stampa.

Netanyahu ha però aggiunto: «Il presidente Abu Mazen deve decidere da che parte sta. Noi speriamo che continui a sostenere un accordo di pace con Israele», mentre Hamas, ha rilevato il premier israeliano, «vuole la nostra distruzione».

Hamas non ha ottenuto alcuna delle sue richieste, secondo quanto dichiarato in conferenza stampa dal premier israeliano, Benyamin Netanyahu. «Hamas è stata colpita duramente e non ha ottenuto nessuna delle sue richieste nel firmare il cessate il fuoco», ha detto Netanyahu

Israele riapre il valico di Erez. Israele riapre il valico di Erez con la Striscia ai malati, ai commercianti e ai palestinesi di Gaza che hanno permessi speciali. Ridotta la "zona di interdizione": agli agricoltori palestinesi viene consentito di avvicinarsi fino a 100 metri dal confine. Per i pescatori, la zona autorizzata torna a 6 miglia marine. Fra un mese passerà a 12.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu palerà stasera alla nazione, assieme con il ministro della Difesa Moshe Yaalon e col capo di stato maggiore, generale Benny Gantz. Lo rende noto l'ufficio del premier. Secondo la radio militare, Netanyahu risponderà poi alle domande dei giornalisti sulla tregua a Gaza con Hamas.

Il ritorno degli sfollati. All'indomani della proclamazione della tregua con Israele, Gaza City è tornata oggi alla vita.

Le sue strade sono intasate, mentre molte migliaia di persone lasciano i rifugi dove erano riparate nelle settimane scorse per rientrare nelle abitazioni, anche se spesso danneggiate dai bombardamenti. Nelle vie di Gaza si vedono file di automobili cariche di materassi e coperte dirette verso le località dove per due mesi sono infuriati combattimenti.

Fra i passanti si avverte un'atmosfera generale di sollievo, anche se i danni materiali sono molto ingenti. I senzatetto sono decine di migliaia, in particolare nelle località di Beit Hanun, Sajaya, Khuzaa (rispettivamente a Nord, a Est e a Sud di Gaza).

Altre famiglie sono rimaste improvvisamente senza casa nei giorni scorsi anche a Gaza City quando l'aviazione israeliana ha raso al suolo o danneggiato grattacieli e condomini elevati. Altre preoccupazioni riguardano le difficoltà economiche immediate, dopo che numerosi esercizi e imprese sono stati danneggiati dalla guerra. La disoccupazione in questi mesi è cresciuta ulteriormente. I dirigenti locali premono adesso affinchè nella Striscia siano introdotti quanto prima i primi aiuti.

La tregua con Gaza e il successo egiziano. L'Egitto è riuscito con un indubbio successo diplomatico (laddove altri hanno fallito) a mettere d'accordo Hamas e Israele per un cessate il fuoco «illimitato». Le armi hanno cominciato a tacere dopo una giornata che ha segnato, anche dopo quell'ora, un fitto lancio di razzi dalla Striscia sui villaggi nei pressi della frontiera con l'enclave palestinese. L'ultima vittima è stato un israeliano centrato da un colpo di mortaio, mentre i raid di risposta dello Stato ebraico hanno fatto tre morti a Gaza.

L'accordo - annunciato da Hamas e confermato a nome dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) dal presidente Abu Mazen con un messaggio tv - ha posto fine alla più lunga operazione di Israele nei confronti della Striscia, cominciata lo scorso 8 luglio dopo il continuo lancio di razzi da Gaza. Entro un mese - ha rivelato il ministro degli Esteri egiziano - le parti si rivedranno al Cairo per proseguire le trattative indirette su tutti i temi, con l'obiettivo di arrivare ad un'intesa politica più vasta e comprensiva.

Ma in questo lasso di tempo - secondo le prime indiscrezioni - Israele dovrebbe aprire i suoi confini con Gaza - oltre quello egiziano di Rafah, con la possibile supervisione delle forze di sicurezza del presidente Abu Mazen - in modo da consentire l'ingresso agli aiuti umanitari e per la ricostruzione della Striscia. Accordo anche sull'estensione da tre a sei delle miglia marine in cui sarà consentita la pesca per i navigli di Gaza. Ovviamente l'intesa prevede che non un razzo dovrà cadere su Israele.

L'appuntamento decisivo sarà però tra 30 giorni: lì si misureranno la principale richiesta israeliana, quella di smilitarizzare la Striscia, e quella delle fazioni palestinesi, con in testa Hamas, di un aeroporto, di un porto e della possibilità di spostamento maggiore per i cittadini di Gaza. Temi tutti particolarmente difficili, visto come sono andate le trattative finora. Fatto sta che però il risultato raggiunto dall'Egitto di Sisi è un successo inequivocabile che diventerebbe ancora più vistoso se le parti raggiungessero un'intesa politica definitiva.

Hamas canta vittoria. Se da parte di Israele al momento non ci sono commenti ufficiali al cessate il fuoco, da Gaza - dove ci sono state scene di giubilo per strada all'annuncio della tregua - Hamas canta vittoria. «La nostra resistenza armata - ha detto il portavoce della fazione Sami Abu Zuhri - ha ottenuto ciò che le armate arabe non hanno raggiunto. Questo debole popolo assediato ha sconfitto il più grande esercito del Medio Oriente».

In Israele i consigli comunali delle cittadine vicine alla Striscia - le più bersagliate dai razzi - si sono detti contrari all'accordo, che giudicano «una resa al terrorismo». Molti di loro hanno minacciato di non fare ritorno alle case abbandonate in queste settimane a causa della guerra. Questo potrebbe essere uno dei problemi che dovrà affrontare il governo del premier Benyamin Netanyahu nel gestire l'accordo.

Le reazioni internazionali. Qualunque sia la valutazione sull'esito del conflitto l'intesa è stata salutata da un sospiro di sollievo da più parti: gli Stati Uniti, ha affermato Jen Psaki, portavoce del Dipartimento di Stato, esprimono «sostegno totale». Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha detto che «ora è necessario che israeliani e palestinesi avviino al più presto negoziati per una tregua duratura e un'intesa politica che porti finalmente a una soluzione stabile del conflitto». In questi 50 giorni di guerra su Israele sono caduti - secondo l'esercito - 4562 razzi e colpi di mortaio, mentre l'aviazione israeliana ha attaccato 5262 obiettivi a Gaza. E in Israele non tutti sembrano d'accordo con il cessate il fuoco.

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