Georgia e South Carolina: vincono i repubblicani, Trump festeggia

Georgia e South Carolina: vincono i repubblicani, Trump festeggia
di Luca Marfé
Mercoledì 21 Giugno 2017, 17:42
2 Minuti di Lettura
NEW YORK - In molti si stavano sfregando le mani in attesa di quello che avrebbe potuto essere il primo ceffone elettorale da rifilare a Donald Trump. Peccato che il ceffone sia arrivato, ma abbia colpito in pieno volto i democratici. Per l’ennesima volta, verrebbe da aggiungere.

Georgia e South Carolina sono state chiamate al voto per delle elezioni congressuali speciali. Si tratta di due roccaforti repubblicane che tuttavia, grazie alla complicità dei vortici politico-mediatici che tormentano la nuova Casa Bianca, ci si era illusi di poter espugnare. Non è stato così.

Tra le due, la vittoria più significativa è senz’altro quella maturata in Georgia, dove Karen Handel, 55enne originaria di Washington, ha sconfitto il suo rivale Jon Ossof, trentenne sul quale i democratici avevano investito soldi e speranze, al punto forse da sovraccaricarlo di aspettative. «Il nuovo Obama», si erano affrettati a scrivere in tanti. Rimasto fermo, però, a quota 48 punti percentuali che rendono il paragone quanto meno acerbo, se non addirittura azzardato.

Al di là del valore altamente simbolico in chiave nazionale, un eventuale rovesciamento di fronti in Georgia avrebbe potuto rappresentare una spallata clamorosa agli equilibri attorno ai quali si sta lavorando per rimpiazzare Obamacare. I repubblicani, invece, tengono il passo e puntano a chiudere entro il 4 luglio, data in cui si celebrano indipendenza e orgoglio a stelle e strisce.

I democratici, dal canto loro, continuano a parlare di «vittoria morale», ma siamo oramai alla quarta sconfitta consecutiva, dopo quelle maturate in Kansas ad aprile e in Montana a maggio. Un campanello d’allarme che deve necessariamente stimolare una profonda autocritica all’interno del partito, sempre più schiavo dei sogni di scorciatoia giudiziaria nei confronti del presidente in carica e sempre meno propositivo nell’ottica di una ripartenza, con Hillary Clinton che, secondo alcune fonti locali, starebbe addirittura pensando a ricandidarsi nel 2020.

Comodo tra le mura dello Studio Ovale, gongola infine Trump che, come sempre via Twitter, esprime il fiume in piena della sua soddisfazione e si congratula a scena aperta con la Handel e con l’altro candidato repubblicano, Ralph Norman, protagonista della corsa in South Carolina.

Cosa ne è stato dunque delle previsioni della vigilia, di quelli che erano stati impostati dalla macchina democratica come due referendum anti-Trump? Cosa ne è stato di quegli indici di gradimento dati ai minimi di sempre della storia di questo Paese? La sensazione è che i numeri di oggi assomiglino tanto a quelli dei sondaggi di ieri che ritraevano una Hillary nella posizione di vincere a mani basse. Cifre e statistiche che, evidentemente, sono ben lontane dal raccontare la verità di quanto stia accadendo negli Stati Uniti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA