Germania al voto è incubo destra Merkel fischiata

Germania al voto è incubo destra Merkel fischiata
di Flaminia Bussotti
Sabato 23 Settembre 2017, 08:47 - Ultimo agg. 24 Settembre, 09:29
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BERLINO Rush finale della campagna elettorale in Germania prima del voto di domani. La cancelliera Angela Merkel (Cdu) ha parlato al suo ultimo comizio a Monaco fra i supporter della gemella bavarese Csu, ma il discorso è stato funestato da massicce proteste, fischi e buu in arrivo da neonazi, estremisti di Pegida, AfD, ma anche di cittadini delusi dalla sua politica. Lo sfidante Spd Martin Schulz ha parlato invece a Berlino. Manifestazioni elettorali sono previste anche oggi nei rispettivi collegi elettorali (Meclemburgo la Merkel, Aquisgrana Schulz), ma quelle di ieri erano le principali, a chiusura.

I giochi, almeno per quanto riguarda il vincitore, sembrano fatti: sarà la Cdu-Csu a risultare prima alle urne e a consegnare alla Merkel l'investitura per una quarta legislatura. Meno chiaro invece con chi si alleerà. I sondaggi danno per certo l'ingresso al Bundestag dell'AfD e anche un suo posizionamento come terzo partito: l'istituto Forsa dava ieri la Cdu-Csu al 36%, la Spd al 22%, l'AfD all'11%, Linke e liberali (Fdp) al 9% e Verdi al 7%.
La cancelliera arringava il popolo Csu nella piazza più famosa di Monaco, Marienplatz. Il suo discorso, giudicato dai commentatori scontato e lungo, è stato disturbato da massicce proteste di singole persone e gruppi: attivisti del movimento anti-Islam Pegida, dell'AfD o anche neonazi, ma altri erano semplici cittadini che ce l'avevano con la politica del suo governo. «Merkel in galera, Merkel vattene», scandivano alcuni in coro.

La Baviera è comunque terreno minato per la cancelliera. La Csu è stata con la crisi dei migranti il suo peggior nemico interno: il leader Horst Seehofer ha criticato duramente la sua politica sui profughi e martellato con un tetto massimo di 200mila l'anno (senza ottenerlo). Solo da poco, in funzione elettorale, i due hanno fatto pace e ostentano armonia. Ma l'avanzata AfD preoccupa la Csu, che già pensa alle regionali nel Land nel 2018 dove vuole difendere a tutti i costi la maggioranza assoluta. L'AfD è una minaccia e il rischio di perdere voti a destra induce la Csu a virare a destra. Per Seehofer la colpa dello spostamento di equilibri e dell'avanzata AfD è della Merkel: probabile che dopo il voto, la Baviera ricominci a scalpitare.

Niente contestazioni a Schulz al Gendarmenmarkt, la piazza più famosa di Berlino, a est, dove nel 700 fu dato asilo agli ugonotti espulsi dalla Francia. Un grande striscione rosso con la scritta Salari equi per donne e uomini campeggiava al centro, bandierine rosse della Spd sventolavano nella piazza non gremita ma con diverse migliaia di persone. C'è molto in gioco al voto domani, ha esordito Schulz: ne va dell'impedire che «nel nostro paese arrivi un governo del freddo sociale». C'è tensione in Germania, la gente non ne può più di una cancelliera che significherebbe «altri quattro anni di stallo». I successi di questa legislatura portano la firma Spd: salario minimo, pensione a 63 anni, matrimonio per tutti, ha detto passando ad attaccare l'AfD: una «cesura» per la Germania, sono i «nostri nemici», la Spd difenderà la democrazia.

L'AfD è il fenomeno mediatico delle elezioni. Nel ranking delle ricerche Google è in alto: al primo posto c'è la Merkel col 35%, seguita da Schulz (17%) e, subito dopo al terzo, Alice Weidel col 16%. La 38enne dirigente AfD, che si candida assieme ad Alexander Gauland a capogruppo al Bundestag, è la star del partito, anche perché sembra la contraddizione vivente dell'ideologia AfD. Economista di formazione, cosmopolita (ha vissuto a lungo all'estero inclusa la Cina), mai becera, elegante, algida e anche lesbica in un partito che invece è apertamente omofobo. Convive con la sua compagna Sara Bossard, originaria dello Sri Lanka, in un domicilio in Svizzera assieme ai loro due figli maschi. Della sua omosessualità non fa mistero ma è contraria, come tutta l'AfD, ai matrimoni gay. Dietro modi educati e raffinati si celano un carattere d'acciaio e convinzioni reazionarie (no ai migranti, sì solo alla manodopera specializzata, no all'euro e al salvataggio della Grecia e no alla politica del credito facile e bassi tassi di Mario Draghi alla Bce). Alle conferenze stampa risponde con garbo ma se uno incalza troppo ci mette poco a tagliare corto e a dire, ora basta, prossima domanda?