Germania, Schulz sfida la Merkel:
«Stavolta corriamo per vincere»

Germania, Schulz sfida la Merkel: «Stavolta corriamo per vincere»
Domenica 29 Gennaio 2017, 19:41 - Ultimo agg. 20:52
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Nessuna timidezza e la politica prudente delle mezze parole sembra un capitolo chiuso: Martin Schulz scende in campo contro Angela Merkel, con l'obiettivo di prenderne il posto. E mettere la parola fine all'esperienza della Grosse Koalition. «L'Spd partecipa alle elezioni del 2017 per diventare la prima forza politica del Paese. E io corro per diventare cancelliere», ha affermato, nel suo primo discorso alla Willy Brandt-Haus, dopo l'ufficializzazione della candidatura da parte del presidio del partito.

«Con questa Unione non si può andare avanti, serve un nuovo inizio in questo paese», ha detto introducendolo Sigmar Gabriel, che nei giorni scorsi gli ha passato il testimone, con un passo indietro clamoroso dalla presidenza del partito. Giustizia sociale e lotta ai populismi i temi principali toccati nella prima uscita pubblica in vista delle elezioni del 24 settembre. Schulz ha attaccato Donald Trump, Alternative Fuer Deutschland e la Csu bavarese con nettezza. Le parole del nuovo presidente degli Stati Uniti contro le minoranze sono «spudorate e pericolose», ha detto del primo. Frauke Petry si allea con il Front National, ha aggiunto, in un paese che ha conosciuto un «nazionalismo aggressivo» e il suo partito «non è un'Alternativa per la Germania, ma una vergogna per il Repubblica federale tedesca». Sotto accusa anche la Csu di Horst Seehofer, alleata con Angela Merkel: «Battere le mani a Viktor Orban ha rappresentato un affronto aperto agli interessi della Germania».

Schulz, in questo primo discorso, non ha mai citato Angela Merkel. Ma ha puntato il dito contro la litigiosità dell'unione (Cdu-Csu), e ha sferzato il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble. In Germania servono investimenti per creare lavoro, investimenti sulle infrastrutture e sull'istruzione, ha detto. «Il fatto che il ministro delle Finanze voglia usare il surplus di bilancio per tagliare le tasse, invece di investirlo per i nostri figli, vuol dire che serve un ministro delle finanze socialdemocratico». «Se si fanno concessioni miliardarie alle banche mentre l'intonaco cade dalle pareti nelle scuole non è giusto», ha insistito in un altro passaggio del lungo intervento. L'SPD vuole recuperare il suo profilo sociale, battendosi per la giustizia fiscale - «contro le fughe di capitale» - per un'istruzione gratuita «dall'asilo all'università», per «appartamenti pagabili» per tutti. Temi che saranno al centro della campagna elettorale, ha promesso.

L'ex presidente europeo ha anche scandito che «la politica europea è politica interna» in Germania, e che la tenuta dell'Ue sia un obiettivo, nell'interesse dei tedeschi. Anche se l'Ue dovrà fare la sua parte, soprattutto sul fronte profughi: garantendo sicurezza sulle frontiere esterne e una legge sull'immigrazione. Infine Schulz ha dedicato un lungo passaggio al suo profilo personale: «Il fatto di venire dalla provincia e di non avere un diploma, per me non è una macchia». Chi glielo contesta è «arrogante, elitario». «Io sono fiero di quello che ho fatto nella mia vita, come voi dovete esserlo di ciò che avete fatto nella vostra», ha continuato. Del resto le debolezze del curriculum del nuovo candidato cancelliere «sono condivise con moltissime persone del nostro paese». E una delle qualità di cui un cancelliere non dovrebbe poter fare a meno è certamente una «profonda empatia» con la sua gente. L'SPD ha insomma un leader motivato e ambizioso. Ora deve ritrovare la sua consapevolezza. Magari anche guardando indietro: «Willy Brandt, Helmut Schmidt e Gerhard Schroeder - ha ricordato Schulz ai colleghi di partito - hanno fatto bene a questo Paese».
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