Germania al voto, l'incognita sondaggi. Crescono i populisti

Germania al voto, l'incognita sondaggi. Crescono i populisti
di Flaminia Bussotti
Venerdì 22 Settembre 2017, 09:03 - Ultimo agg. 19:38
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BERLINO A tre giorni dalle elezioni, aumenta in Germania il timore di un flop dei sondaggi,e che il risultato domenica sera possa ribaltare tutte le previsioni ridimensionando di molto la Cdu-Csu della cancelliera Angela Merkel e proiettando come terza forza al Bundestag i populisti di estrema destra dell'AfD (Alternative für Deutschland).

I timori sono supportati da diversi precedenti che hanno messo a nudo uno scollamento fra pronostici e realtà (vedi le presidenziali americane) e dall'esperienza ricorrente degli esperti demoscopici secondo cui gli intervistati spesso tacciono o mentono sul partito che intendono votare se questo è fuori del consenso generale.
Come è oggi in Germania il caso dell'AfD. Se i sondaggi assegnano al nuovo partito di estrema destra (fondato nel 2013), in cui si mescolano razzisti, nostalgici e neonazi di ogni genere, fino al 12% dei consensi, il timore è che possa invece ottenere molto di più: fino al 20%. Parallelamente l'Unione cristiano democratica della Merkel, che nel 2013 aveva conquistato il 41,5% ed è accreditata ora sul 36%-38%, potrebbe fare un tonfo fino al 30%.

UN TERREMOTO
Sarebbe un vero terremoto nel nuovo Bundestag e nell'assetto politico generale. Significherebbe non solo che per la prima volta nella storia del dopoguerra si sarebbe rotto il tabù che vuole che in Germania nessun partito a destra della Cdu-Csu sieda al Bundestag, ma anche che l'AfD diventerebbe il terzo partito in Parlamento, e che potrebbe anche tallonare da vicino la Spd, data sul 20%-23% (25,7% nel 2013): per i socialdemocratici, il partito di Willy Brandt, Helmut Schmidt e Gerhard Schröder, sarebbe una disfatta. Se poi dopo il voto si arrivasse a una riedizione di una grande coalizione Cdu-Csu/Spd, la AfD potrebbe diventare il principale partito di opposizione. Il che vorrebbe dire che dopo la cancelliera Merkel, toccherebbe al capogruppo Alexander Gauland (76) - uno che ai comizi ha rivendicato il diritto di essere orgogliosi dei soldati tedeschi nelle due guerre e anche di Hitler - prendere la parola al Bundestag. Al rischio di brutte sorprese domenica, il numero uscito ieri di Die Zeit, dedica un fondo in prima pagina del direttore Giovanni di Lorenzo: «Stai attenta, Germania!» ammonisce il titolo. All'interno il settimanale di Amburgo fa il quadro di cosa significherebbe l'ingresso al Bundestag dell'AfD e dei suoi componenti la cui metà sarebbero degli estremisti. Fino a 80 seggi, 350 collaboratori, 17 milioni di finanziamento (ogni deputato ha diritto a 20.870 euro al mese per gli assistenti) una platea di ascolto nazionale e massima visibilità nei media e i tg.

Fra i banchi AfD, oltre ai capigruppo Gauland e Alice Weidel (38), personaggi come Jens Maier (basta col culto della colpa e alla nascita di popoli misti), Wilhelm von Gottberg (l'Olocausto uno strumento efficace per criminalizzare i tedeschi), o Beatrix von Storch, nipote del ministro delle finanze del III Reich, Ludwig von Krosigk, la quale nel 2016 ha definito legittimo sparare ai confini contro i profughi, donne e bambini inclusi.