Il piccolo esercito di eroi silenziosi sul Westminster brigde: passanti prestano i primi soccorsi ai feriti

Il piccolo esercito di eroi silenziosi sul Westminster brigde: passanti prestano i primi soccorsi ai feriti
di Federica Macagnone
Giovedì 23 Marzo 2017, 17:11 - Ultimo agg. 18:43
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Il destino ha dato loro appuntamento sul Westminster Bridge. Turisti, lavoratori, mamme che correvano per andare a prendere all'uscita da scuola i loro bambini, ragazzi in gita scolastica. Le loro vite si sono sfiorate con uno sguardo distratto e poi via, ognuno per la propria strada. Erano tutti lì alle 14.40, ora di Londra, di mercoledì 22 marzo quando un suv impazzito si è lanciato contro di loro.
 

 


Pochi attimi ed è stato l'inferno. La macchina, dopo averli falciati, ha continuato la corsa per andare a schiantarsi contro l'inferriata del Parlamento, lasciando a terra i corpi dei morti e dei feriti. Solo allora chi aveva schivato la morte per un soffio, riuscendo a evitare la traiettoria del suv, si è ricordato di quello sguardo, di quel volto incontrato per caso sul Westminster Bridge, di quello sconosciuto che adesso giaceva in un pozza di sangue e aveva bisogno di aiuto. E invece di correre via, si sono inginocchiati, si sono sporcati le mani di sangue, hanno sussurrato parole di conforto.

Un piccolo esercito di eroi silenziosi immortalati in tante foto catturate nell'immediato e che raccontano quegli attimi di compassione e solidarietà. Una donna, in vestito elegante, è inginocchiata accanto a un ragazzo: le sue scarpe sono poggiate sul marciapiede, ha i calzini strappati ed è confortato da quelle braccia diventate improvvisamente familiari.

Poco distante una ragazza ha una grave ferita alla testa: una passante le si avvicina, le mette le mani sul viso, la incoraggia. Non la lascerà fino all'arrivo dei soccorsi. Sono mani che si stringono per la prima volta quelle di un uomo che giace supino e quelle di una passante, rimasta per prestare i primi soccorsi. Poco più avanti un uomo con la barba è steso in terra: accanto a lui si accovaccia un gruppo di persone che lo conforta, rassicurandolo che l'ambulanza arriverà a breve. E poi ci sono loro: i medici e gli infermieri del St. Thomas hospital che si sono precipitati in strada per prestare i primi soccorsi.
Un'umanità variegata al quale il destino aveva dato un appuntamento: 14.40 ora di Londra sul Westminster Bridge, all'ombra di quel palazzo, cuore della democrazia.

 

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