Israele, Tajani: «Governo eletto, assurdo equipararlo ai terroristi»

Il ministro degli Esteri e vicepremier sulla decisione della corte dell'Aja

Antonio Tajani
Antonio Tajani
di Lorenzo Calò
Martedì 21 Maggio 2024, 07:49 - Ultimo agg. 15:15
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Trapela sconcerto alla Farnesina sulla decisione della Corte penale internazionale che, al termine dell'istruttoria condotta in relativamente poche settimane, ha proposto di perseguire per «crimini di guerra» sia i capi di Hamas, responsabili di aver pianificato e attuato il massacro dello scorso 7 ottobre, sia il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Sconcerto, ma non sorpresa, dal momento che l'orientamento dell'Aja era apparso sin da subito, a molti osservatori in Italia ma anche in altri Paesi europei, abbastanza chiaro. Eppure il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani non ha nascosto la sua amarezza.

«Intanto si tratta di una richiesta, non di una decisione. Ma non possiamo accettare che si mettano sullo stesso piano i capi del gruppo terroristico che ha lanciato l'attacco a Gaza il 7 ottobre massacrando cittadini innocenti, con il governo eletto dal popolo di Israele», ha detto Tajani al Mattino. Una posizione ferma che, d'altro canto, l'Italia ha sempre evidenziato e confermato nelle relazioni diplomatiche con Israele e ribadito nei colloqui con gli altri Paesi europei e del G7. Del resto, le riserve espresse dal ministro degli Esteri italiano sono state via via condivise anche dagli altri partner internazionali e rilanciate, ieri sera, da una dichiarazione del segretario di Stato Usa Antony Blinken che ricalca il punto di vista assunto dalla Farnesina. Gli Stati Uniti infatti «respingono» la richiesta del procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan di emettere mandati di arresto per Benyamin Netanyahu, il suo ministro della Difesa Yoav Gallant e i leader di Hamas: «Rifiutiamo - ha detto Blinken - l'equiparazione di Israele con Hamas. È vergognosa». E ora si teme, a Roma come a Washington, ma anche a Parigi e Berlino, che l'annuncio possa mettere in pericolo le trattative per un cessate il fuoco. Ma la vicenda ha prodotto, fra i primi effetti, quello di aver riavvicinato gli Usa al governo di Tel-Aviv, visto che anche il presidente Biden ha definito «scandaloso» il proposito dell'Aja specificando prontamente che gli Stati Uniti «saranno sempre al fianco di Israele contro le minacce alla sua sicurezza».

Poi in serata, Tajani è ritornato sull'argomento: «Credo non si debba fare assolutamente l'attacco a Rafah, che sia indispensabile arrivare a un cessate il fuoco e che sia indispensabile arrivare a una soluzione "due popoli due Stati"», ha ribadito il titolare della Farnesina.

Rischio antisemitismo

Ma le parole di Tajani non nascondono inoltre la preoccupazione di una possibile escalation di atti, fenomeni, manifestazioni di antisemitismo diffuso, in Italia come all'estero. «Non è possibile - è la riflessione del ministro degli Esteri consegnata ai taccuini del Mattino - in nessun caso solo immaginare una equiparazione del genere e purtroppo questo è quello che accade alla Corte penale internazionale. Attenzione - è l'avvertimento - a non legittimare posizioni anti-israeliane che possono poi alimentare fenomeni di antisemitismo». Il movimento anti-Israele che in Italia è esploso con cortei e dimostrazioni di piazza allargandosi poi a manifestazioni di vera e propria intolleranza nel mondo universitario, ha innalzato il livello di preoccupazione non solo per motivi di ordine pubblico. Insomma, uno scenario seguito con costante attenzione da parte del ministero degli Esteri anche in queste ore caratterizzate dall'impegno mostrato da Tajani in relazione al contenzioso che sta opponendo le imprese italiane in Russia e l'aggressiva politica di acquisizioni forzose posta in essere da Putin. La riunione, convocata subito dopo la decisione del Tribunale commerciale della Regione di Leningrado di disporre il sequestro di circa 463 milioni della controllata russa del gruppo Unicredit, ribadisce l'attenzione con cui il Governo segue l'evoluzione della crisi «allo scopo di tutelare attraverso ogni possibile iniziativa gli interessi delle imprese italiane ancora operative nella Federazione Russa».

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Tuttavia, sulle determinazioni assunte dalla Corte penale internazionale, almeno per il momento, non saranno assunte iniziative diplomatiche specifiche da parte della Farnesina: questo almeno, è quello che trapela da fonti vicine al dossier che però confermano come l'evoluzione della vicenda, sul fronte internazionale ma anche su quello interno, in relazione al rischio di un'impennata di sentimento antisemita, sia costantemente monitorata da Tajani e dai suoi più stretti collaboratori. La Farnesina d'altro canto lavora per facilitare il processo di pace ed evitare che la tensione possa ulteriormente salire tra Israele e gli altri Stati della regione. Lo si intende dalle dichiarazioni di Tajani sulla morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi: «Credo si sia trattato di incidente tecnico - ha detto - parliamo di elicotteri medievali dei tempi dello Shah. Mi auguro che i nuovi governanti, in attesa del voto, lavorino per la stabilità, la pace in un'area molto complicata. E l'Iran ha un ruolo molto delicato».

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