La tangentopoli nel Partido Popular forza alle dimissioni la «Thatcher» spagnola

Esperanza Aguirre durante l'annuncio delle dimissioni
Esperanza Aguirre durante l'annuncio delle dimissioni
di Paola Del Vecchio
Lunedì 24 Aprile 2017, 18:48
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Madrid. La Tangentopoli nel Partido Popular spazza via dalla vita politica, dopo 30 anni in prima linea, Esperanza Aguirre, la potente lady di ferro madrileña del partito conservatore, ex ministro, ex governatrice regionale ed ex presidente del partito nella capitale. Con le odierne dimissioni da consigliere comunale e portavoce del Pp, forzate dall’arresto del suo numero 2 e uomo di massima fiducia, Ignacio Gonzalez - detenuto con altri 12 nello scandalo delle presunte tangenti per appalti al Canal Isabel II - si chiude un’era per il partito di Rajoy. Il premier, sempre più assediato dalla tangentopoli, che vede come ultimi imputati anche l’ex ministro Zaplana e il proprietario del gruppo di costruzione OHL Juan Miguel Villar Mir, ha lasciato al suo destino la ‘Thatcher’ del Partido Popular.

“Mi sento ingannata e tradita da Ignacio Gonzalez. Non ho vigilato quanto dovevo”, ha detto l’ex presidente regionale, in una breve dichiarazione ai media. Non direttamente coinvolta nell'inchiesta, ma politicamente responsabile degli scandali che hanno macchiato la sua lunga gestione del partito e della Comunità di Madrid, la ‘lideresa’ del Pp ha giocato d’anticipo sulla presentazione di una mozione di censura presentata dalle opposizioni in Consiglio comunale, in cui si chiedeva la sua destituzione.

“La corruzione è diventata un problema centrale della politica spagnola – ha dichiarato la Aguirre nel rinunciare al suo seggio – “Per combatterla non è sufficiente l’azione della giustizia, sempre rigorosa ma troppo lenta. I cittadini hanno il diritto di esigere ai politici di assumere tutte le responsabilità con dignità, senza scuse o dilazioni. E io ho come norma non eludere mai le mie responsabilità”.

L’ultima tangentopoli, che vede  fra i 60 indagati anche l’ex ministro Zaplana e il proprietario del gruppo di costruzione OHL Juan Miguel Villar Mir, secondo molti analisti sta mettendo a rischio la stabilità del governo minoritario del Partido Popular. L’accordo per l’approvazione della Finanziaria, al quale sta lavorando da mesi l’esecutivo del premier Mariano Rajoy, è appeso a un filo. Le inchieste sulle presunte mazzette in cambio di appalti milionari rischiano infatti di mettere in forse i voti dei 5 deputati del Partito Nazionalista Basco e quello di Nueva Canarias (indipendente eletto nelle file socialiste), vitali al Pp, che con i suoi 137 seggi, più i 32 del nuovo partito di centro-destra Ciudadanos, ha bisogno di arrivare ai 176 voti della maggioranza in aula.
 
 
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