Nuovo ultimatum per Juana:
consegni i figli a Francesco Arcuri

Juana Rivas, la madre dei due bambini contesi con il padre, Francesco Arcuri
Juana Rivas, la madre dei due bambini contesi con il padre, Francesco Arcuri
di Paola Del Vecchio
Lunedì 28 Agosto 2017, 10:28 - Ultimo agg. 12:17
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Madrid. Martedì scorso era uscita trionfante e a braccia aperte dal palazzo di Giustizia di Granada, dove si era presentata dopo essere rimasta quasi un mese ‘desaparecida’ con i due figli, per non consegnarli al padre italiano. Ma per Juana Rivas, la madre di Maracena, in Andalusia, che ha ottenuto la libertà vigilata per l’accusa di sottrazione di minori, l’allegria è durata poco. Una nuova ordinanza emessa dal giudice istruttore Maria Angeles Jimenez dello stesso tribunale la obbliga a restituire i bambini al padre, Francesco Arcuri, perché li riporti con sé a Carloforte, in Sardegna. Il nuovo ultimatum per la consegna dei piccoli di 3 e 11 anni contesi scade domani alle 17. Ed è in esecuzione della sentenza civile che già dava ragione al padre del dicembre scorso.

Per giustificare il proprio rifiuto, la donna aveva lanciato a luglio una campagna sui media, accusando l’ex compagno di presunti maltrattamenti. Ma a metà agosto la corte costituzionale iberica ha respinto anche l’ultimo ricorso presentato dalla difesa di Juana Rivas, alla quale non resta che rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti Umani per tentare di ribaltare la prima sentenza, che ordina la restituzione immediata dei bambini al genitore. 
Da parte sua, Francesco Arcuri, al quale da un anno e mezzo è impedito di vedere i figli e di avere con loro anche solo contatti telefonici, respinge categoricamente le accuse. Nega di aver mai picchiato l’ex compagna o i figli e sostiene di aver patteggiato nel 2009 una condanna a tre mesi di carcere per “lesioni in ambito familiare”, dopo essere stato aggredito dalla donna, solo per poter vedere il  primogenito, all’epoca figlio unico prima della nascita del fratellino.

In lettere aperte in cui ha chiesto l’appoggio delle istituzioni, Juana Rivas ha sollecitato che il bambino di 11 anni, che “è stato testimone”  dei presunti maltrattamenti del padre, sia ascoltato di nuovo in tribunale.  E ciò nonostante il rapporto di psicologi e assistenti sociali che assicurano che “il vincolo con il padre è positivo”, pur considerando la madre “la principale figura di riferimento”. La mancata consegna dei bambini al padre comporterebbe, stando all’ordinanza del giudice istruttore, “l’impossibilità materiale che i bambini siano ascoltati, nel caso in cui lo si valuti necessario”.

Intanto, nella sentenza civile del 3 luglio del 2016 della prima sezione del tribunale di Cagliari - quasi un mese prima che Juana Rivas abbandonasse Carloforte con i due bambini, all’insaputa del padre - il magistrato Gracia Maria Bagelli ha disposto che i minori siano vigilati dai servizi sociali, una volta ritornati nella casa paterna. Una vigilanza che tiene conto della precedente condanna di Arcuri per maltrattamenti. Psicologi e assistenti sociali di Carloforte dovranno “verificare le condizioni familiari e di vita di Francesco Arcuri” e vigilare sulle condizioni di vita die minori, per poi redigere un rapporto sul quale, a metà ottobre, il tribunale civile dovrà decidere a chi corrisponda la custodia dei bambini, assegnata provvisoriamente ad Arcuri.

Nell’ultimo mese Francesco Arcuri è rimasto a Granada, nella flebile speranza di poter riabbracciare dopo 15 mesi i bambini. Ha ricevuto attestati di solidarietà da parte di associazioni mobilitate in difesa dei suoi diritti, a fronte però dell’ampio appoggio sociale e politico ricevuto dalla madre dei minori. A cominciare da quello del premier Mariano Rajoy, al quale la donna aveva scritto in cerca di aiuto, quando era formalmente latitante, colpita da un ordine di arresto per sottrazione di minori.
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